T H E WO R L D ' S L E A D I N G F I N E W I N E M AGA Z I N E S No. 2 e30.00 IM rI lIo Ig ChaMpagn e n no lesIMatI · CHAM PAG NON NE MILLE SIMA TI ChaMpagne I or lI Ig MIl lesIMatI MIl n- ·I M THE ITALIAN WINE MAGAZINE To m S t e v e n s o n · S a s s i c a i a 1 9 8 5 · I n g l e n o o k · B u g a t t i C H ÂT E A U M A R G A U X 1 8 6 4 ­ 2 0 0 0 n o

F I N E ­ T H E I T A L I A N W I N E M A G A Z I N E FINEINDICE PAGE 34 Château Margaux PAGE 92 Veyron Bugatti PAGE 82 Gustav Nybom e la nascita del sogno americano PAGE 28 Tom Stevenson Enciclopedia di un uomo PAGE 62 FINE Gadget PAGE 66 Wine Italy Weekend 8 FINE

F I N E ­ T H E I T A L I A N W I N E M A G A Z I N E FINEINDICE PAGE 44 I migliori champagne nonmillesimati PAGE 14 Catturare il vino. Undici tra i migliori fotografi immortalano il vino 11 14 25 28 34 44 62 64 66 82 90 92 FINEEDITORIALE FINEGALLERY FINENUIKKI Editoriale Catturare il vino. Undici tra i migliori fotografo immortalano il vino Il promo dopo dio! Tom Stevenson Château Margaux - un viaggio nei secoli I migliori champagne non-millesimati Vinopur Chambolle Musigny Les Amoureuses 1928 Wine Italy Weekend Gustav Nybom e la nascita del sogno americano 1985 Sassicaia Tenuta San Guido Veyron Bugatti FINEPERSONALITY FINEESTATE FINECHAMPAGNE FINEGADGET FINEVINTAGE FINEEVENTS FINELEGEND FINEEXPERIENCE FINELIFESTYLE I N D I C E 9 FINE Indice

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F I N E ­ T H E I T A L I A N W I N E M A G A Z I N E FINEMAGAZINES WWW.FINE-MAGAZINES.IT 2C VIA TRIESTE CARMIGNANO DI BRENTA 35010 ITALY Tel / Fax: +39 049 943 09 09 W r i t e r s UFFICI ITALIANI Editore Romain Virion Romain.Virion@fine-magazines.it Curatore Editoriale Giacomo Basso Giacomo.Basso@fine-magazines.it Editorialista Gianpaolo Giacobbo Gianpaolo.Giacobbo@fine-magazines.it Prommozione e eventi Andrea.Dallagrana Andrea.Dallagrana@fine-magazines.it HEAD OFFICE Editor-in-Chief Pekka Nuikki pekka.nuikki@fine-magazines.com Editorial adviser Juha Lihtonen juha.lihtonen@fine-magazines.com Editorial and Digital Coordinator Craig Houston craig.houston@fine-magazines.com Creative Director / Photographer Pekka Nuikki Romain Virion Editore Editore di Italian FINE Wine Magazine nasce nella Borgogna da una famiglia di ristoratori. Attualmente vive nel Nord Italia da dove dirige la sua attività di commercio di vino e il suo shop on-line. Romain concentra il suo lavoro nella zone di suo interesse personale che sono i borgogna e gli champagne maturi. Con il team di Fine Italia organizza regolarmente degustazioni di vini. Giacomo Basso Curatore Editoriale Giacomo si occupa di vino principalmente nella veste di winemaker presso aziende vitivinicole italiane. Il suo percorso formativo nel mondo del vino gli ha permesso di conoscere i migliori vini del mondo, con particolare attenzione ai vini storici italiani. Collabora con wine-merchant italiani e consiglia collezionisti e investitori di vino. E' il curatore editoriale di Italian FINE Wine Magazine. Gianpaolo Giacobbo Editorialista Giampaolo si occupa di vino in maniera attiva dal 1996. Collabora con numerose riviste italiane di critica enogastronomica come degustatore, redattore e fotografo. Membro di commissioni e giurie tecniche in vari ambiti enologici nazionali, e membro della commissione di assaggio per una guida dei vini autoctoni italiani. Svolge attività didattica di degustazione e conduce serate a tema. Selezionatore di vini per un importatore di New York e New Jersey. Per alcune riviste si occupa anche di rubriche di arte, musica, spettacolo. Dal 2009 è editorialista di Italian FINE Wine Magazine. Pekka Nuikki Editor in Chief Pekka Nuikki, fondatore ed editore di FINE Magazines, è autore e uno dei maggiori esperti di vini d'eccellenza. Ha pubblicato più di venti libri internazionali sul vino e sull'arte, tra essi "In Vino Veritas", un libro sul vino da investimento, "Drinking History" sui migliori vino e sulle loro annate tra 1870-1970, un libro su Chateaux Mouton-Rotchild ­"Wine and Art 1924-2003"-, e più recentemente un libro sui migliori vini bianchi di Germania. Il suo prossimo libro tratterà de "I 100 Migliori Vini Rossi del Mondo". Juha Lihtonen Editorial Adviser Juha Lihtonen è l'editore di European, American e Scandinavian FINE Wine Magazine, nonché pluripremiato sommelier fillandese. E' stato scelto come miglior sommelier scandinavo nel 2003. Ha lavorato come insegnante di degustazione, esperto di vino in una trasmissione radiofonica, e come selezionatore per una grande compagnia di crociere. Ha pubblicato libri sugli abbinamenti cibo-vino. Tra i suoi attuali impegni, Mr Lihtonen sta affrontando gli studi per conseguire il Master of Wine. Essi Avellan MW Contributor Essi Avellan è stata la prima Master of wine di Fillandia a la seconda di tutti i Paesi Scandinavi. All'examination per il Master of Wine ha ricevuto la menzione Tim Derouet Memorial e la Medaglia dell'Eccellenza Lily Bollinger. Ms Avellan collabora con svariate riviste e pubblicazioni enogastronomiche nel mondo. E' inoltre nelle commissioni giudicanti di molte competizioni internazionali. La sua area di maggior esperienza è il mondo degli champagne. Cover photograph: Pekka Nuikki / Château Margaux Art Director Teemu Timperi teemu.timperi@fine-magazines.com CBO Anne Lepola anne.lepola@fine-magazines.com www.fine-magazines.it Subscriptions info@fine-magazines.it FINE Magazines does not keep nor return illustrations or other materials that have been sent to us without request. The opinions of contributors or interviewees presented in this magazine do not necessarily correspond to the opinions of the publisher or editorial staff. We withhold the right to make any modifications in texts and pictures published in the FINE The Italian Wine Magazine. We reserve the right to refuse or suspend advertisements. © Copyright: Romain Virion 10 FINE

F I N E ­ T H E I T A L I A N W I N E M A G A Z I N E ' stato varato anche il secondo numero di Italian Fine Wine Magazines. Le manifestazioni di stima e affetto sono state numerosissime già con l'uscita del primo numero e per questo ringraziamo i numerosi lettori. Avere il timone di una rivista come Italian Fine Wine Magazines significa farsi carico di una responsabilità importante. Il nostro compito è la continua ricerca nell'ambito dell'eccellenza per poter donare al nostro lettore una visione di un mondo meraviglioso tutto da scoprire. Il nuovo numero di Italian Fine Wine Magazines ha la capacità di far vibrare tutte le corde dell'emozione. Pekka Nuikki ci accompagna in un viaggio ad alta adrenalina a bordo di una Bugatti Veyron da mille cavalli. E' incredibile come un bolide di questo tipo sia capace di trasmettere le forze e le debolezze di una macchina così perfetta fino a fa rci pe nsa re che, quell'asse mblaggio di ingra naggi e fe r ro possa davve ro nasconde re un'anima. Il viaggio nell'Europa del lusso continua passando per Palais Coburg nel centro di Vienna con la sua cantina rifornita di 60 mila bottiglie di vino tra cui numerosi Champagne d'Epoca in una stanza esclusiva detta la Stanza del Ghiaccio. Ed è proprio agli Champagne "sans année" che viene dedicato l'articolo scritto a tre mani da Essi Avelan, Juha Lihtonen e Pekka Nuikki. Una visione molto libera capace di far crollare i pregiudizi legati a questa tipologia di Champagne. E' pensiero comune infatti che i non millesimati siano necessariamente ritenuti meno nobili, tuttavia è proprio in questo caso che si può apprezzare fino in fondo il savoir faire del Maitre de Cave. Il Week End italiano organizzato dai colleghi della redazione tedesca ci viene raccontato attraverso le degustazione dei vini che hanno reso famosa nel mondo l'enologia italiana. Un viaggio con la macchina del tempo attraverso la verticale di Masseto Tenuta dell'Ornellaia e del Sassicaia 1985. Ma la stessa macchina non viene mai spenta nella nostra redazione e Pekka Nuikki non perde l'occasione di saltare a bordo in direzione Chateau Margaux dove il tempo sembra essere una cosa relativa davanti a Margaux 1884. Il grande fotografo tedesco Helmut Newton è l'autore di un libro commissionato da Maurizio Zanella proprietario della Ca' del Bosco in Franciacorta, a cui abbiamo voluto dedicare la parte finale del nostro numero con un breve assaggio. E Editoriale Romain Virion Editore E D I T O R I A L E 11 FINE Editoriale

kiton.it

Cat t u ra r e i l v i n o. U n d i c i t ra i migliori f o to g ra f i immortalano il vino 14 FINE

È una fredda giornata d'autunno su un'estesa piantagione della Lombardia. Una brezza gentile accarezza le verdeggianti estensioni, muovendo il L'idea di Zanella era quella di creare un viaggio fotografico onnicomprensivo nel regno della propria vigna, dove i fotografi, provienienti da diversi background culturali, avrebbero mostrato le proprie interpretazioni visive di tutto ciò che potesse essere associato con il vino: terra e paesaggio, manodopera e strumenti, tecnologia e prodotti e loro stoccaggio. Nel 2004 le immagini furono pubblicate alla mostra di spicco "Undici fotografi e un vino" tenutasi al Museo della Triennale del Design di Milano. Fù pubblicato inoltre, un favoloso libro di fotografia che conteneva quelle immagini. La collezione, che consisteva in centosettantuno immagini, procurava un'esperienza sensuale e poetica, meravigliosamente enfatizzata dalla presentazione in bianco e nero. I momenti e i dettagli così elegantemente catturati permettono allo spettatore di sperimentare i paesaggi romantici e silenziosi, di sentire tutte quattro le stagioni e ascoltare i suoni remoti della natura. Le immagini trasmettono le dolorose contorsioni delle viti e il morso dell'inverno, quando la vigna si desta dalla sua ibernazione invernale. Lo spettatore può vedere il trambusto della vendemmia e ascoltare la gioia e le risate dei lavoratori. Si può sentire l'umidità delle cantine fredde e immaginare il sapore del vino. fogliame delle viti. La brezza che soffia da una vite all'altra, dona alla vigna l'aspetto di un mare in burrasca. Quattro figure femminili appaiono all'improvviso nel mezzo di questo mare di viti. Le donne dall'aria distaccata, sono completamente nude. La loro presenza trasmette un senso di timidezza verginale, ma anche una favolosa seduzione ammaliatrice. Nella tranquillità della natura, al centro di una vigna, queste donne incantevoli rappresentano la rinomata visione del vino del fotografo Helmut Newton e il suo attento simbolismo. Altri dieci noti fotografi lo hanno seguito in questo vigneto lombardo di Ca' del Bosco e ognuno di essi ha dato luogo alla sua interpretazione personale del regno dei vini in fotografia, espressione della gioia e del dolore del creare il vino. Alla fine del 1980, Maurizio Zanella, proprietario della Ca' del Bosco, una delle più stimate case produttrici di vino spumante in Italia, volle immortalare i suoi vigneti lombardi in fotografia. Era sua intenzione raccogliere un giorno, queste immagini in una mostra e in un libro. Quindici anni dopo, quel momento venne. Non ci fù modo migliore per rendere questo progetto ambizioso una realtà, che fare in modo che il rinomato fotografo Helmut Newton catturasse la sua visione del vino e tutto ciò che vi fosse collegato, in fotografie. Nato in germania nel 1920, Helmut Newton è stato acclamato come uno dei massimi fotografi di moda al mondo. Newton si è fatto un nome nelle metropoli più importanti del mondo I lavori di Newton sono stati ammirati in innumerevoli mostre e sulle pagine delle più importanti rivista internazionali di moda, quali le versioni italiana, americana e francese di Vogue, Elle, Stern, Nova e Marie-Claire. Le sue fotografie possiedono decise sfumature erotiche, in cui egli impiega audacemente influssi di sadomasochismo e feticismo. Il suo mezzo espressivo è il nudo femminile e le giovani donne che riprende a Ca' del Bosco sono il simbolo della bellezza, della vulnerabilità, della purezza e dell'innocenza del vino, mentre questo si sta facendo e matura nelle vigne. Dopo Newton, Zanella ha invitato alla sua vigna dieci tra i fotografi più stimati al mondo, al fine di interpretare l'universo del vino nelle diverse stagioni. Questi fotografi sono: il fotografo di moda italiano Flavio Bonetti; il fotografo di paesaggi astratti italiano, Franco Fonetti; il pioniere svizzero della fotografia aerea, Georg Gerster; il fotografo d'arte americano, Ralph Gibson; il fotografo giapponese Eikoh Hosoe, conosciuto per le sue fotografie psicologiche; il fotografo italiano Mimmo Jodice, specializzato in immagini temporali; il fotografo di moda americano William Klein; l'esperto in fotogiornalismo inglese, Don McCullin; il fotografo italiano Ferdinando Scianna e la fotografa di moda e ritrattista australiana Alice Springs (conosciuta anche come June Newton, moglie di Helmut Newton). Noi possiamo permetterci il lusso di usare i nostri occhi per apprezzare i suoi colori, il nostro naso per annusare la sua fragranza, il nostro palato per sperimentare la sua estensione, profondità, consistenza e gusto. I fotografi hanno svelato le condizioni metereologiche, il crescere del legno e della muffa. Essi lo hanno visto e lo hanno incapsulato. Forse il vino è un'arte, ma un'arte che rende le unghie sporche e le mani coperte di cicatrici. Il gusto diventa sempre più interessante. L'esperienza diventa più intensa. E noi siamo profondamente grati per la sua esistenza". Ferdinando Scianna La collezione di immagini è completata dalle interpretazioni dei fotografi, con un'ampia gamma di background professionali, che immortalano momenti trascorsi nell'universo del vino. La stimata esperta di vini Serena Sutcliffe MW ha commentato in modo incisivo l'espressione del vino in Fotografie di Ferdinando Scianna: "Noi, i fortunati che lo beviamo ­ afferma Serena Sutcliffe nel suo commento alle immagini di Ferdinando Scianna ­ non sentiamo il freddo e il dolore nell'andatura zoppicante. (traduzione di Simona Savelli) G A L L E R Y 15 FI ne G lller FiN E G aa l e r y y testo: Ju h a Li hton en immagini: 1 1 top photo g r a pher s

16 FINE

G A L L E R Y 17 Helmut Newton FINE Gallery

18 Don McCullin Franco Fontana FINE

G A L L E R Y 19 Ralph Gibson FINE Gallery

William Klein Flavio Bonetti 20 FINE Mimmo Jodice

G A L L E R Y 21 Alice Springs FINE Gallery

22 FINE Eikoh Hosoe

G A L L E R Y 23 FINE Gallery

F I N E Il primo dopo Dio! onkton - un paese senza un centro e senza una banca- è un luogo sobrio e tranquillo in un angolo remoto del Midwest americano. Qui nessuno ha fretta di andare chissà dove, e difficilmente ci sono orde di automobilisti che escono dall'autostrada desiderose di venire qui. I giorni scorrono come hanno sempre fatto, e la gente sembra che voglia che continui così. Nella periferia della cittadina, in una strada tranquilla si erge un solido edificio di due piani dall'aspetto qualunque. I cani di casa hanno la loro area riservata nel ben tenuto giardino di casa. Ogni mattina prima delle otto, almeno sei giorni a settimana, un signore dall'aria serena scende le scale dalla camera da letto alla cucina, per colazione. Dopo colazione, quest'uomo di 62 anni, che a volte si lamenta della sua schiena, mentre in genere è felice del suo stato di salute, sale alla sua stanza di lavoro dove i suoi due cani passano la maggior parte del giorno a dormicchiare e giocare. Sul tavolo c'è il lavoro della giornata, sistematovi accuratamente la sera prima: 32 bottiglie di vino e altrettanti bicchieri. Vicino alle bottiglie c'è una grande sputacchiera d'argento, nella quale, col passare della giornata, andrà a finire il contenuto delle varie bottiglie. L'uomo con la calma inizia il lavoro e versa qualche centilitro di M momento, l'uomo lo sputa e ancora una volta scrive una piccola sentenza sul pezzo di carta. Quindi ripete l'intero rituale di degustazione per confermare le sue opinioni e stendere alcune note finali. Le note solitamente consistono in meno di una decina di frasi e in un solo numero. Questo numero, generalmente composto da due cifre, è una delle combinazioni di simboli più potenti al mondo. Ha il potere di decidere la vita di un incalcolabile numero di persone, e rendere loro ricche o povere. Questo numero di due cifre è in grado di convincere migliaia di persone in giro per il mondo a pagare cifre da capogiro per un vino. Quest'immagine dell'inizio di una giornata di lavoro di Robert Parker nella sua cittadina è pura invenzione della mia fantasia. Ma il fatto che sia il critico enologico più considerato al mondo non lo è. Il punteggio di due cifre, tre nel migliore dei casi, che da ad un vino è una sorta di undicesimo comandamento per produttori di vino, commercianti e consumatori. Ma perché mai l'opinione di questo normale uomo di mezz'età dovrebbe essere così importante da influenzare le mie abitudini, assieme a quelle di milioni di altri appassionati, nel bere e nello spendere? Perché non facciamo più l'insostenibile splendore della condivisione liquido dalla prima bottiglia, che è in un sacchetto di tela che ne cela il nome. Guarda in trasparenza il colore del vino e borbotta approvante al suo colore scuro, quasi nero. Fa girare vigorosamente il vino nel bicchiere, lo alza lentamente verso la bocca e ci ficca dentro il suo preziosissimo naso (è assicurato per un milione di dollari!). Odora il vino scrupolosamente per un certo tempo. Gli aromi che il vino rilascia immediatamente attaccano i suoi esperti recettori olfattivi, come se la loro stessa vita fosse in pericolo. Nello stesso momento, miglia di tracce di memoria si accendono nel suo cervello e una frazione di secondo dopo i suoi sensi sono al lavoro, analizzando una nuova fragranza e paragonandola a tutte quelle in cui si era imbattuto prima. Le conclusioni sono state raggiunte. Vengono trasmesse lungo la catena neurale che termina sulle dita che reggono la matita che usa per registrare le sue esperienze in forma scritta. Poi sposta il bicchiere dal suo naso alle sue labbra, che apre appena, e quindi versa una piccola quantità di vino nella sua bocca, mentre simultaneamente compie una piccola inspirazione. Le papille gustative nella sua bocca e sulla sua lingua lentamente registrano il gusto dei diversi elementi del vino. Sono passati i giorni in cui aspettavano questi momenti ansiosi ed eccitati, quando il loro proprietario li faceva lavorare duramente e cercava un completo successo. Ora conducono fieramente, a volte come una routine, ma sempre professionalmente, un analisi del vino, elencandone i vari elementi e mandando informazioni su fino al cervello per la sinossi finale. Dopo aver Pekka Nuikki Editor-in-Chief fatto roteare il vino nella sua bocca per un semplicemente affidamento al nostro senso del gusto e alle dimensioni del nostro portafogli? Probabilmente perché Parker ha quasi sempre ragione. Molti suoi colleghi negli anni hanno cercato di contrastare il dominio assoluto di Robert Parker e metterne in dubbio l'abilità. L'attacco portatogli negli ultimi anni, specialmente da critici britannici, è comprensibile ma in ultima istanza vano. Per il consumatore ordinario non c'è niente di più insopportabile dei bisticci tra un gruppo di persone molto ristretto e compiaciuto di se, che sembra ignorare completamente il fatto che nessuno, tanto più se seduto in una torre d'avorio, può dire a te o a me che le sue opinioni sono in qualche modo più attendibili di quelle di Parker. In ogni caso è diritto del consumatore e delle sue papille gustative decidere, e loro hanno deciso per il Sig. Parker. Mi rendo conto che l'opinione della critica spesso mi guida nella mie scelte in aree di interesse come cinema e mostre d'arte. Spesso mi rendo conto, in un secondo momento, che sono stato affascinato della parole di elogio del critico che mi ha convinto ad andare. Ma quando lascio che il Sig. Parker guidi le mie scelte, quasi sempre realizzo che sono rimasto deliziato - il vino è eccellente. E' questo succede anche per la maggior parte dei miei amici. Certamente ci sono un sacco di appassionati di vino a cui importa ben poco di quello che Parker ha da dire. Loro evidentemente credono al loro gusto e a nessun altro. Questo è giusto, perché i giudizi dei critici possono essere utili se riportano la qualità di un vino e lo stato di maturazione, ma non dicono di cosa sa il vino e quali sensazione da nella tua bocca. Solo tu puoi dirlo questo, nessun altro. Io esorto ogni mio lettore a credere coraggiosamente nel suo senso del gusto e a comprare vini che il miglior critico del mondo, te stesso, ha premiato con i 100 punti assoluti. Comunque, se qualche volta non sarai così sicuro, puoi sempre chiedere al Sig. Parker. Dopo Dio, c'è lui. c o l u m n 25 FINE Nu i k k i

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Tom Stevenson Enciclopedia di un uomo Testo: Essi Avellan MW Se siete amanti dello champagne, probabilmente avete ben presente il nome Tom Stevenson. Ed è altrettanto probabile che possediate almeno uno dei dei ventitre libri di cui Stevenson è l'autore: l'Enciclopedia del vino Sotheby, l'Enciclopedia modiale di Christie dello spumante e dello Champagne e Relazione sul vino, tutti premiati successi. Stevenson gode di una grande visibilità ed esercita una forte influenza sulla scena dei vini spumante. Egli è ritenuto inoltre, un grande comunicatore e un critico di vini particolarmente severo. Nonostante ciò, la sua personalità è ancora poco conosciuta, e questo mi ha incuriosito e mi ha spinto a cogliere l'opportunità di conoscere l'uomo che si cela dietro questo famoso nome. Tom mi ha proposto di incontrarci per cena in uno dei suoi ristoranti preferiti di Londra: Christofer's. Mentre sorseggiavamo l'aperitivo al bar, Tom ha iniziato a raccontare la storia della sua vita, dalla sua prima esperienza nei boy scout, fino al suo diventare l'esperto di champagne più acclamato a livello mondiale. Egli sostiene che sia stata la sua natura "pigra e amante del comfort" ad aver determinato la maggior parte delle sue scelte di vita. Lo trovo difficile da credere, quando stiamo parlando di una personalità dedita ai vini così feconda e complessa. Ma Tom insiste che è la verità e spiega: "Io lavoro sodo solo se si tratta di qualcosa che davvero voglio fare. Ad esempio, ho lasciato le scuole superiori, non sono entrato all'università e non pensavo fosse utile. Quando ero bambino mi piaceva nuotare, giocare a scacchi e soprattutto, leggere. Mangiavo libri! Tutto, ma la fantascienza in particolare." P E R S O N A L I T Y 29 FINE Personality

Tom Stevenson Autore britannico che ha scritto di vini per più di 30 anni. I suoi libri sono stati pubblicati su scala internazionale da più di cinquanta editori e sono stati tradotti in più di venticinque lingue. Stevenson ha vinto trentuno premi letterari, incluso lo "Scrittore di vini dell'anno" per tre volte e l'ambito Premio Letterario sui Vini, il solo premio americano alla carriera dedicato alla letteratura sui di vini. Pubblicazioni selezionate: · l'Enciclopedia del vino Sotheby · l'Enciclopedia modiale di Christie dello spumante e dello Champagne · i Vini dell'Alsazia · Champagne Nato nel 1951 "Io posso sprofondare totalmente in un'enciclopedia" In gioventù Tom era anche un boy scout. "Avevo un maestro scout che lavorarava per l'esercito e sembrava trattarci come un <<esercito senza armi>>. A ragione della mia pigrizia, mi sentivo spesso incapace, ad esempio, di fare lunghe passeggiate. Mi stancavo facilmente e credevo di non riuscire mai a completarle. Il maestro però, mi incoraggiava a camminare sempre fino alla cima della collina successiva e poi ancora fino alla seguente. Finalmente, riuscivo a completare l'intero viaggio". Tom afferma di avere bisogno di di suddividere i suoi compiti in parti più piccole, in obiettivi di medio termine, se volete. "Lavoro ancora così quando scrivo. Non ce la faccio a guardare oltre il primo stadio, altrimenti mi esaurisco. Ho bisogno di progredire capitolo per capitolo" spiega. Data la quantità di pubblicazioni e lavori che Tom ha già prodotto, risulta facile condividere la necessità che egli sostiene di non guardare avanti. D'altra parte però, si tratta di una persona in eterna ricerca, che esprime la volontà di raggiungere la comprensione profonda degli argomenti che incontrano il suo interesse. "A volte vengo gravemente sviato nella ricerca. Nel bel mezzo della scrittura di un articolo posso perdermi nei dettagli, il che mangia un sacco di tempo" afferma. Sarà un consumo di tempo, ma alla fine questo lavora a suo vantaggio, in quanto Tom non lesina sforzi e regala ai suoi lettori una scrittura estremamente ricercata, che contribuisce in modo significativo alla conoscenza dello champagne. "Posso sprofondare completamente in un'enciclopedia. È un viaggio senza fine. Si inizia con un argomento, si seguono le voci e si penetra sempre più a fondo il soggetto" spiega Tom. No c'è da meravigliarsi se ha deciso di scrivere un paio di enciclopedie del vino. 30 FINE

Un pigro affermato "Sono stato molto fortunato ad essere stato sposato per quarant'anni con qualcuno che ama e apprezza lo champagne quanto me" "Sono stato molto fortunato ad essere stato sposato per quarant'anni con qualcuno che ama e apprezza lo champagne quanto me". Ormai raggiunto il tavolo della cena, Tom continua a raccontarmi della sua carriera: "Mi sono ritirato da scuola a sedici anni e ho deciso di studiare ristorazione. Diversamente da molti miei compagni non ho scelto una carriera nell'ambito della cucina raffinata/d'élite. Al contrario, sono finito a fare ristorazione industriale e sono diventato uno dei manager più giovani, all'età di diciotto anni. La mia "pigrizia" è stata riconosciuta anche in un corso di management, in cui sono diventato famoso per aver presentato il più breve documento di lavoro mai scritto. Materia di controversia era il fine ultimo del management e il mio paper diceva semplicemente "renditi superfluo..." La carriera nel vino di Tom Stevenson è iniziata ai tempi del catering alla metà degli anni '70. "Parte del mio lavoro consisteva nel costruire una cantina vinicola. Non sapevo nulla di vino, così ho iniziato a chiedere e ad assaggiare. e presto sono stato punto dalla pulce del vino" ricorda Tom. Successivamente Tom ha lavorato come rappresentante commerciale per un paio di venditori di vino e ha iniziato a scrivere di cibo e vino. Il suo primo articolo su Decanter è stato pubblicato nel 1981 ed è stato nel 1980 che è iniziata la sua ricerca sullo champagne. "Adoravo la bevanda e presto mi ha investito una vera passsione nei suoi confronti. Praticamente non esistevano esperti in champagne. I pochi libri sul mercato ripetevano gli errori presenti in altri libri. Ho predisposto una lista di domande che mi affliggevano e sono partito per il mio primo viaggio di due settimane nell'area ad esso dedicata, nel gennaio del 1980. In quelle due settimane ho visitato cinquanta case, quindi complessivamente più produttori di quanti i professionisti del vino avessero mai solo sentito parlare... o di cui avessero solo riconosciuto l'esistenza, a quel tempo" afferma Tom. Quando chiedo a Tom Stevenson cosa lo affascina dello champagne, prende in considerazione la domanda per un minuto buono. "Immagino sia il fatto che lo champagne è un vino così conosciuto, ma per niente capito. Si tratta di un prodotto molto complesso, notevole nella sua flessibilità d'uso. C'è ancora molto da sapere sulla qualità e profondità dello champagne in modo da poterlo apprezzare anche di più" replica. Dall'inizio della sua carriera, Stevenson sognava di scrivere un libro sullo champagne, un sogno che si realizzò presto con la pubblicazione di Champagne, nel 1986. Ma dal 1988 Stevenson è stato anche l'autore di molte altre pubblicazioni di ampia varietà tra cui l'Enciclopedia del vino di Sotheby. La sua carriera salì alle stelle quando il suo libro di vino fù il primo a vincere quattro premi letterari. Stevenson presto sviluppò un interesse supplementare per i vini dell'Alsazia ed è oggi considerato un esperto mondiale nel campo. Egli sostiene che a motivarlo ad estendere la sua attenzione a quell'area sia stato, dall'inizio, sia il profilo di gusto dei vini, sia la prossimità geografica dei vini d'Alsazia alla Champagne. Il risultato fù un altro libro encomiabile, le seicento pagine di Vini d'Alsazia, pubblicato nel 1994. Nel 1998, le celebrazioni del millennio indotte dallo champagne, fornirono a Stevenson il momento migliore per scrivere una guida completa allo chamapgne e ai vini spumante, nella forma dell'Enciclopedia del mondo di Christie. Ai fini della ricerca egli doveva essere aggiornato su tutto ciò che succedeva riguardo ai vini nel mondo. Queste informazioni erano diffcili da ottenere in quanto non esistevano libri in proposito e quindi, egli decise di scriverne uno. Così venne alla luce Relazione sul vino, libro in cui i maggiori esperti in specifiche aree del vino riferivano sulle ultime tendenze e avvenimenti. Successi piuttosto stupefacenti da parte di un uomo "pigro"! Dietro Tom, però, la moglie Pat, che con la sua la presenza e costante tenacia lo ha aiutato a concentrarsi e ad organizzarsi. Pat ha lavorato a fianco di suo marito per anni, preoccupandosi che tutto funzionasse per il meglio, sia in teoria, sia in pratica. Sono certo che sia stata lei ad assumere il ruolo di scopritore di talenti, incoraggiando Tom a raggiungere i suoi sotto-obiettivi. Tom ha molta fiducia in lei e prosegue raccontando il il ruolo dello champagne nella loro vita, affermando "Sono molto forunato ad essere stato sposato per quarant'anni con una persona a cui piace e che apprezza lo champagne quanto me". Giunti al momento del dessert, ho imparato un numero considerevole di cose su Tom Stevenson. A me sembra un eterno studente e un ricercatore instancabile. Sono la sua passione per la comunicazione, la consivisione delle sue opinioni e della sua conoscenza però, i suoi doni migliori. Dal mio punto di vista, un'"enciclopedia di un uomo". P E R S O N A L I T Y 31 FINE Personality

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CHÂTEAU MARGAUX un viaggio nei secoli Testo: Juha Lihtonen · Immagini: Pekka Nuikki opo tre giorni di pioggia uscimmo sul balcone caldo e soleggiato di una casa di pietra costruita alla fine del XIX secolo. L'agosto del 1996 in Bordeaux aveva dato prova di tutta la sua instabilità, e quello era l'ultimo giorno prima che dovessimo risalire sulla nostra motocicletta e proseguire verso Parigi. Eravamo stati in attesa di un giorno di asciutto per poter visitare i leggendari vigneti del Medoc. Ora avevamo solo il tempo per un salto in Margaux, ma niente sarebbe stato più bello di provare il mistero che Chateau Margaux, chiamato anche la Versailles di Medoc, emana in tutta la sua grandezza. 34 FINE

C H Â T E A U M A R G A U X 35 FINE Estate

Il mistero deriva dai 400 anni di storia di questi vigneti, che racchiudono più aneddoti di ogni altra vigna del Bordeaux. Dopo aver ascoltato quel racconto, Chateau Margaux non avrà più lo stesso gusto. Mentre percorrevo la D2, avvicinandomi a Margaux, ho iniziato a sentire le farfalle nello stomaco. Posso immaginare come si deve essere sentito Andre Mentzelopoulos mentre percorreva assieme alla figlia questa stessa strada per la prima volta 20 anni fa, verso un pranzo epocale che avrebbe lasciato una impronta sul futuro di Chateau Margaux. Era il 1977, la giovane ventiquattrenne Corinne Mentzelopoulos rimase molto colpita non appena scese verso la abbagliante scalinata di quel palazzo del XIX secolo. Avevano appena finito il pranzo, furono riportati in una scura, tetra sala da pranzo. Non poteva certo prevedere che da quella stretta di mano tra i due uomini sulla scala, la sua vita sarebbe cambiata. Suo padre, Andre Mentzelopoulos, divento il primo viticoltore greco in Bordeaux, avendo comprato la tenuta da Pierre Ginestet per 75 milioni di franchi. La storica tenuta era passata di mano un'altra volta. E' NATO IL VIGNETO Il percorso per diventare la cantina più apprezzata al mondo non ebbe inizio prima del 1572, quando Pierre de Lestonnac acquisto la tenuta. Egli si espanse in maniera molto aggressiva, comprando e scambiando terre con i piccoli agricoltori della zona. Può essere considerato uno dei più grandi pionieri della zona per quanto riguarda la viticoltura. L'era di Chateau Margaux, cosi come lo conosciamo, si può' dire cominci allora, con Lestonnac. I proprietari della tenuta cambiarono soltanto di nome, in quanto le donne che raccolsero l'eredità di famiglia sposarono degli aristocratici di Bordeaux, fino a che nel 1654 la tenuta di Margaux si elevò tra le più rispettate cantine dell'area a causa di un matrimonio. Con l'unione infatti, con la famiglia Pontac, proprietaria di Latour, Lafite e Haut-Brion, Margaux rag- giunse una posizione permanente tra le migliori cantine. LA STRADA VERSO LA VETTA Nel 1700 la tenuta aveva già raggiunto le dimensioni attuali, 265 ettari di cui 78 piantati a vigneto. Il passo successivo fù il miglioramento della qualità. Il direttore del cantina, Berlon, riorganizzò profondamente le tecniche produttive esistenti. Notò che la qualità del vino stava nella concentrazione delle uve. Esaminò i suoi vigneti e notò che differenti appezzamenti davano uve diverse. Presto realizzò che troppa acqua porta a basse concentrazioni e proibì la raccolta delle uve il mattino presto, quando la rugiada sui grappoli diluisce la concentrazione. Berlon inoltre si occupo della vinificazione e separò le uve bianche dalle rosse, prassi mai praticata fino allora. RESIDENZA REALE La storia di Chateau Margaux comincia indietro nel tempo sino al XII secolo, quando era in mano a nobili francesi. Al tempo portava il nome di La Mothe de Margaux, "la collina di Margaux" nel dialetto locale. La collina era verdeggiante, ma per qualcosa di completamente diverso dalle viti. La tenuta era famosa per le piantagioni di barbabietola da zucchero e i campi di frumento. Nel XIV secolo la proprietà diventò una delle residenze di Re Edoardo III. 36 FINE

IL VINO PIU' APPREZZATO AL MONDO La qualità dei vini migliorò significativamente, e nel 1745 il prezzo di un Chateau Margaux era almeno un terzo più alto di qualsiasi altro vino della regione. Nel 1776 fu battuto in un'asta da Christie's, diventando, con l'annata 1771, il primo Bordeaux ad essere mai venduto in un'asta. Il mito di Margaux si diffuse nel mondo nel 1787, quando fu pubblicato un prestigiosissimo compendio dei migliori vini del mondo. L'autore di questa lista era Thomas Jefferson, Ministro Plenipotenziaro degli Stati Uniti in Francia, che più tardi divenne il terzo presidente degli USA. Jefferson era riconosciuto come un grande ammiratore dei vini francesi, e in cima alla sua lista c'era Chateau Margaux. L'INCORONAZIONE DI NAPOLEONE III Alla morte del Marchese, la sua famiglia vendette la tenuta al banchiere spagnolo Alexandre Aguado, Marchese de la Marismas, che la pagò1.35 milioni di franchi. Sotto la proprietà della famiglia Aguado, Chateau Margaux ottenne la definitiva incoronazione, quando nel 1855 fu giudicato il miglior dei quattro Grand Cru all'Esibizione Mondiale di Parigi. Nel 1879 la tenuta fu venduta a Vicomte Pillet-Will. L'era di Pillet-Will si rivelò uno dei periodi più difficili della storia di Margaux, a causa della depressione mondiale, delle nuove malattie fungine, e infine della fillossera. A dispetto di tutto ciò, Pillet-Will, che possedette lo chateau per quasi mezzo secolo, ebbe la possibilità di assistere a due vendemmie epiche, prima la 1893, poi la più leggendaria di tutte le vendemmie di Margaux, la 1900. Nonostante ciò la tenuta fu nuovamente venduta nel 1920 a causa della negligenza delle generazioni successive. L'acquisto avvenne ad opera di un gruppo guidato da Pierre Moreau, il quale lo rivendette nel 1934 a una cordata guidata da Fernand Ginestet. Questi, una dopo l'altra, acquistò tutte le azioni dell'azienda, diventandone unico proprietario nel 1950. LA VERSAILLE DEL MEDOC A seguito della Rivoluzione Francese gli eredi dei Lestonnac persero la proprietà della tenuta. Tuttavia tornò ancora una volta nelle mani della famiglia, quando Laure de Fumel, nipote del precedente proprietario Joseph de Fumel, si dedicò a ricomprare la proprietà dilapidata. Successivamente, dopo averlo restaurato, lo mise nuovamente all'asta nel 1801. L'armatore basco Bertrand Douat, Marquis di Colonilla l'acquistò per 654,000 franchi. Douat non era direttamente interessato alla produzione di vino, compro la tenuta come status symbol. Douat comunque ritenne che la tenuta aveva bisogno di una costruzione adeguata, così decise per un progetto che rappresenterà una parte essenziale della presente identità di Chateau Margaux. Nel 1810 il vecchio edificio fu abbattuto per lasciar posto al nuovo palazzo disegnato dal più rinomato architetto del Bordeaux, Luis Combes. Ne risultò un capolavoro, una magnifica maison in stile greco circondata da un giardino attentamente progettato e dalle perfette condizioni per la produzione di vino. Non c'è da meravigliarsi se fù soprannominata la Versaille del Medoc. Il Marchese di Colonilla non ebbe l'opportunità di godersi il suo nuovo castello, poiché morì nel 1836. annate come non millesimati fece infuriare i loro partner commerciali. Con la perdita di qualità e domanda dei vini, la famiglia scivolò in difficoltà finanziarie. Le sfortune della famiglia aumentarono ancora a causa dei problemi mentali del figlio più vecchio, che lo portarono al suicidio. Dopo un lungo periodo di tempo, in cui la famiglia è riuscita a tirare avanti, alla fine i Ginestet dovettero rinunciare a Chateau Margaux, che una volta li aveva resi così orgogliosi. La tenuta fù quasi venduta a un'azienda americana, la National Distillers, per 82 milioni di franchi, ma il governo bloccò la vendita e intimò ai Ginestets di trovare un compratore francese. Non avrebbero permesso che la gloria del Bordeaux e di tutta la Francia scivolasse in mani straniere. Vendere alla catena francese di drogherie Felix Potin fu al contrario ritenuto accettabile, anche se il suo proprietario era il greco Andre Mentzelopoulos. IL SALVATORE GRECO Andrè Metzelopoulos aveva comprato la catena Felix Potin nel 1958 salvandola dalla bancarotta; nel 1975 l'aveva trasformata in una storia di successo, con 1600 negozi. Era noto per la sua capacità di muoversi velocemente, e grazie al suo acume negli affari accettò coraggiosamente nuove sfide. Possiamo solo immaginare cosa gli passò per la testa, quando su un volo da Londra a Parigi lesse sul Financial Time che Chateau Margaux era in vendita. Sicuramente agì seguendo il suo intuito, infatti senza esitare un istante si presentò per la sua prima volta allo Chateau con sua figlia, e concluse la vendita con Pierre Ginestet. Il mondo stava attraversando una crisi economica, e il Bordeaux versava in ristrettezze economiche a causa del commercio di vino. - Ricordo nitidamente il momento in cui vidi per la prima volta questa maestosa cantina. Rimasi veramente di stucco. Mi sembrava impossibile che potesse diventare nostra. Comprare la tenuta era una mossa veramente audace. Era una sfida tutta nuova - ricorda la figlia Corinne Mentzelopoulos. Andrè Mentzelopoulos aveva fatto l'affare più vantaggioso della storia della Gironda, e investi un'ineguagliata quantità di tempo e denaro nella tenuta. I vigneti e le attrezzature, deteriorati, furono completamente rinnovati: nuovi impianti, irrigazione, nuove attrezzature, botti e restauro della cantina. Per migliorare la qualità, nel 1977fu assoldato come consulente il noto professore di enologia Emile Peynaud. La sua prima annata di Margaux fù la leggendaria 1978. CHÂTEAU MARGAUX NON MILLESIMATI Assieme al figlio Pierre Ginestet, Fernand divenne un figura importante in Bordeaux per i successivi vent'anni, come proprietario di Margaux. Negli anni `60 tuttavia cominciarono ad affacciarsi problemi di ordine economico. La marchiatura del vino prese piede nel mercato, mentre aumentò la competizione nelle vendite ai supermarket. Il figlio più giovane di Pierre, culturalmente orientato sul marketing, shoccò i viticoltori di Bordeaux quando pubblicizzò i vini sotto il nome Ginestet in riviste di auto e periodici maschili. In questo modo il nome di Chateau Margaux fù messo in grave pericolo. Con attività di breve respiro prive di una chiara strategia, le difficoltà poterono solo aumentare. L'idea disperata di Bernard e suo padre Pierre di commercializzare i vini delle peggiori C H Â T E A U M A R G A U X 37 FINE Estate

Andrè Mentzelopoulos poté vedere solo l'eccellente annata che seguì, la 1979, in quanto si spense improvvisamente nel dicembre del 1980. La giovane Corinne si trovò di colpo di fronte a una sfida praticamente insuperabile - avrebbe dovuto continuare il lavoro del padre priva della minima conoscenza richiesta. Determinata, Corinne decise di continuare con l'aiuto del direttore della tenuta Philip Barrè e del consulente Emile Peynaud. Portò a termine la nuova, enorme cantina giusto a tempo per la magnifica vendemmia del 1982. Con l'aiuto di Barrè, Corinne imparò in fretta molte cose riguardo la produzione del vino e la direzione della cantina. Un altro problema si presentò quando fu il momento di rimpiazzare Barrè, che si doveva ritirare. Su indicazione del famoso professore di enologia Pascal Ribereau-Gayon, Corinne decise di assumere uno studente di enologia praticamente suo coetaneo, il ventisettenne Paul Pontallier. Egli non aveva ancora una grande esperienza, nonostante ciò Corinne si fece convincere. Il posto di manager della tenuta fù offerto quasi immediatamente a Pontallier. Barrè gli fu di supporto nel suo nuovo impiego con la sua esperienza, e allo stesso tempo egli ebbe la possibilità di lavorare con l'enologo Peynaud, per cui aveva grande stima. Assieme produssero uno dei più grandi Margaux, il 1983. Pontallier prese la maggior parte della sua conoscenza e della sua filosofia enologica da Peynaud. Filosofia che si fonda su rispetto del terroir unico di Margaux, con l'obbiettivo di non mettere l'impronta dell'enologo su ogni annata, filosofia tenuta in considerazione da Pontalier fino a che Peynaud concluse la sua carriera nel 1990 gravoso per una così giovane donna. Con una offerta pubblica alla borsa di Parigi nel 1993, Corinne vendette azioni alla famosa famiglia italiana degli Agnelli, proprietaria di Fiat e Ferrari. - Le operazioni finanziarie erano diventate cosi grandi che non potevo più gestirle da sola. Pensai che sarebbe stato utile trovare un buon partner, una famiglia di imprenditori che avesse l'abilità e la forza per prendersi la responsabilità della gestione finanziaria e industriale, così che io potessi concentrarmi su Chateau Margaux, dice Corinne. Dieci anni dopo, con la morte di Gianni Agnelli, la famiglia decise di rinunciare al 75% di azioni che possedeva in Chateau Margaux. Senza esitazioni Corinne Mentzelopoulos offrì loro 440 milioni di dollari e ritornò nella piena proprietà della tenuta nel marzo 2003. Ricomprando le azioni per la famiglia ha anche tracciato la strada per il futuro. -I miei figli hanno già dimostrato interesse per Margaux. Non appena possono mi seguono nei miei viaggi per rappresentare lo Chateau. Dedico un po' di tempo a loro nel mio ufficio affinché possano imparare il mestiere e imparare cose nuove. Sono consapevoli di cosa rappresenta Chateau Margaux, e sono preparati su cosa li aspetterà nel futuro. istituti di ricerca, dice Pontallier, considerato da tutti un perfezionista. E continua: - Anche se facciamo un continuo lavoro di ricerca sia sui vigneti che sulle attrezzature, pensa che i nostri vini non siano cambiati poi tanto nello stile negli ultimi 25 anni. I vini di Margaux sono solo un po' più ricchi, morbidi e intensi, grazie alle nuove tecniche colturali e alla nostra migliorata capacità di raccogliere uve mature. DITA INCROCIATE PER IL FUTURO? La stretta e attiva cooperazione tra Pontallier e Metzelopoulos ha prodotto delle annate magnifiche: 1983, 1986, 1989, 1990, 1995, 1996, 2000, 2003, e 2005. Resta da vedere come sapranno le nuove generazioni ripetere i successi ottenuti da Corinne nella storia dell'azienda. - Chi può sapere come sarà il mondo allora? I spero solo che i miei figli ci saranno ancora e che saranno qui a seguire la tenuta. Ma potranno andare meglio di così le cose per Margaux, quando è già nella mente di ogni appassionato di vino nel mondo? Forse dovrei incrociare le dita? -Imieifiglihannogià dimostratointeresseper Margaux.Nonappena possonomiseguononeimiei viaggiperrappresentarelo Chateau.Dedicounpo'di tempoaloronelmioufficio affinchépossanoimparareil mestiereeimpararecose nuove.Sonoconsapevolidi cosarappresentaChateau Margaux,esonopreparatisu cosaliaspetterànelfuturo. IL SEGRETO DEL SUCCESSO Anche se il vecchio Andrè Metzelopoulos, con Peynaud e Philippe Barrè, hanno gettato le fondamenta per la crescita di Chateau Margaux, il segreto del suo successo si basa in buona parte sulla sinergia unica che Paul Pontallier e Corinne Metzelopoulos hanno saputo creare assieme. Un obbiettivo comune, la fiducia nel lavoro e nell'impegno hanno riportato Chateau Margaux al posto che merita. I vini hanno ottenuto più visibilità e successi negli ultimi 30 anni che nei 100 anni prima. - Ci siamo continuamente chiesti quali tecniche usare per migliorare continuamente la qualità. Di più, abbiamo investito in continue ricerche e , unici in Bordeaux, abbiamo assunto un responsabile ricerca e sviluppo a tempo pieno. Ci appoggiamo inoltre a diversi TRADE-OFF CON FERRARI Pontallier si occupò con professionalità della produzione del vino, mentre Corinne succedette alla direzione dell'azienda per più di dieci anni, mentre nello stesso tempo era responsabile di tutti gli altri brand della famiglia. Essere il principale azionista del grande gruppo dell'acqua Perrier e immobiliarista a Parigi era molto 38 FINE

Château Margaux La tenuta si estende su 262 ettari, di cui 80 coltivati a vigneto. I vigneti sono situati su pendii dolci e ghiaiosi. Il suolo è caratterizzato da due orizzonti, il primo ghiaioso calcareo, il secondo argilloso: questo suolo è detto Calcaire de Plassac. Le percentuali di vitigni coltivati, e spesso usati nel blend, sono: Cabernet Sauvignon 75 per cento, Merlot 20 per cento, Cabernet Franc 3 per cento e Petit Verdot 2 per cento. Inoltre 12 ettari vengono coltivati a Sauvignon Blanc. L'età media delle viti si attesta sui 36 anni, la densità d'impianto è di 10.000 ceppi per ettaro. L'affinamento in botti nuove di rovere francese dura 19-24 mesi. L'azienda produce tre differenti vini: Grand Vin du Château Margaux (mediamente 150.000 bottiglie all'anno) Pavillon Rouge du Château Margaux (mediamente 200.000 bottiglie all'anno). Il secondo vino della casa. Prodotto per la prima vola nel 1908, fu ritirato dal mercato negli anni '30. Rimesso in produzione nel 1978. Pavillon Blanc du Château Margaux (mediamente 33.000 bottiglie all'anno). Anche se un vino bianco è stato prodotto dalla casa sin dagli inizi del XIX secolo, Pavillon Blanc si trova sul mercato dal 1920. C H Â T E A U M A R G A U X 39 FINE Estate

L e m ig l ior i a n nat e di C h at e au Ma r g au x de g u s tat e : ( Pe k k a Nu i k k i ) 1864 1877 1884 1890 Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) 88p 93p 94p 78p 2004/now x1 1999/now x2 2006/now x4 2005/2010 x1 1929 1934 1937 1943 Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) 90p 92p 85p 89p 1997/now x2 2000/2004 x4 2008/now x4 1998/now x2 1893 Château Margaux (Margaux) 98p 2005/2015 x3 D1h /G1h Questo decennio portò un po' di sollievo ai viticoltori della Gironda, che erano quasi finiti in bancarotta nel decennio 1880-1889. Il 1893 fù la prima annata veramente buona dall'arrivo della fillossera e delle malattie fungine americane. Una primavera bellissima con una fioritura anticipata. La vendemmia cominciò il 18 di agosto ­ la più precoce di sempre. Il raccolto fù abbondante quanto nel grandioso 1875 ­ 547 544 tonneau. I vini si rivelarono molto piacevoli sin dall'inizio. Con l'età, la mancanza di acidità e di zuccheri nell'uva ha reso alcuni di loro un po' severi e amari. I prezzi erano così ridicolmente bassi che per Natale tutte le bottiglie erano state vendute. Questa bottiglie di Chateau Margaux ci è arrivata da New York senza etichetta e capsula. Tuttavia appare in buono stato ­ livello sopra la spalla! Decantato un'ora. Colore rosso, maturo di una buona intensità. Naso terroso, maturo, ma sorprendentemente ampio e complesso. Al palato delicato, elegante ma molto ricco di ritorni aromatici. Dolce, amabile ma di gran classe, come solo un vecchio claret sa essere. Un vino eccellente. 1945 Château Margaux (Margaux) 93p 2003/2010 x3 D1h/G2h Una bottiglia dall'ottimo aspetto e livello sopra la spalla. Il colore intenso, tendente al marrone ci era familiare. Un bouquet pulito ma piuttosto chiuso e debole non rivelava un granché di questo vino. Solo dopo circa un'ora il bouquet ha iniziato a dimostrare profondità e complessità. Un vino rotondo ed elegante. Setoso, anche se alcuni tannini leggermente ruvidi interferiscono nel medio palato. In un certo senso non ritroviamo l'equilibrio e l'armonia per cui Margaux è famoso. Buono, ma non di quel livello assoluto che ci si aspetterebbe da un gran cru del 1945. 1947 1949 1952 Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) 94p 94p 86p 2007/2015 x13 2006/2015 x9 2007/now 3 1896 1899 Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) 84p 92p 2003/now x3 1999/now x2 1900 Château Margaux (Margaux) 100p 2005/2015 x15 D 45 min / G 2 h La 1900 può essere considerata la miglior annata di sempre. E' stata una annata assolutamente perfetta che ha dato vini molto longevi. A Chateau Margaux seppero trasformare l'uva in oro puro. La produzione fù circa di 30,000 casse, che è esattamente al stessa del 1982. Questo vino monumentale è considerato il vino del secolo da molti amanti di vino. Assaggiandolo in tre diverse occasioni nel 2005 ci siamo convinti che racchiuda qualcosa di magico. Ottima bottiglia, imbottigliata allo chateau. Buon livello spalla-alta. Decantato un'ora. Di colore bronzo sorprendentemente intenso, esplode nel bicchiere con i suoi aromi ricchi e intensi ­ ribes, caramella d'orzo e note animali. In bocca di media struttura, intenso con una acidità moderatamente alta in perfetto equilibrio con i tannini vellutati. Il fruttato maturo si accompagna deliziosamente alla morbida trama dei tannini. Finale immensamente lungo con ritorni di noce. La grande complessità, integrità e la struttura potente ma raffinata rendono questo vino sensazionale. Sembra avere ancora molta vita davanti. 1908 1918 1921 1924 1926 1928 Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) 85p 90p 91p 92p 83p 97p 2000/now x1 1998/now x1 2008/now x2 2006/now x4 2001/now x1 2003/2010 x12 1953 Château Margaux (Margaux) 95p 2001/2015 x2 D3h /G2h Un fantastico mese di agosto, molto caldo e asciutto, ha deciso la fortuna di questa annata. Settembre fù nella norma e caddero alcune piogge durante la vendemmia: tuttavia era troppo tardi per intaccare la qualità delle uve, che erano già mature e concentrate. Questa è una delle annate più grandi di Chateau Margaux; esprime, nel suo modo così particolarmente perfetto, il genio del terroir. Colore granato-fulvo moderatamente intenso. Naso incredibilmente fresco e seduttivo, floreale, con frutti rossi maturi e un bellissimo bouquet evoluto di cuoio e sentori terrosi. Palato di medio corpo dallo stile misurato ed elegante. Mineralità ed acidità ben si bilanciano al fruttato di frutti rossi maturi, e ai tannini levigati. Al medio palato e nel finale esibisce aromi più terrosi e di cuoio, con un tocco di tabacco e cedro. Un vino molto elegante e delicato con un finale persistente di cassis. Perfetto da bere ora. 40 FINE

Be s t C h â t e au Ma r g au x v i n tag e s ta s t e d : (Pekka Nuikki) 1955 1957 1959 Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) 85p 88p 95p 2008/now x4 2006/now x2 2007/2020 x11 il maltempo colpisse l'area nuovamente. A Chateau Margaux è dato per assunto il paradosso che le piogge intense abbiamo aiutato la maturazione del Cabernet Sauvignon, come nell'anno precedente. A Margaux sono così sopraffatti dalla qualità di questo vino, che la 1996 viene considerata un'annata da sogno. Colore rubino intenso, quasi impenetrabile. Naso estremamente raffinato, molto profondo - mirtillo, cedro, sigaro, tabacco, caffè tostato, un tocco di peperoncino. Il palato solido di medio corpo esibisce una moderata acidità, raffinati tannini polverosi e un delizioso carattere fruttato di bacche nere mature. La trama concentrata rivela degli eleganti tocchi di gusti di legno, speziati e tostati. Lungo finale minerale. Stile aristocratico di un Margaux per antonomasia. Un vino veramente classico che beneficerà di altri 10-20 anni di maturazione, ma che è delizioso già adesso. 1999 2000 Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) 91p 94p 2007/2030 x2 2004/2050 x4 1961 Château Margaux (Margaux) 95p 2008/2025 x9 D 1h / G 2 h La superba annata 1961 cominciò con una gelata primaverile a cui conseguì una colatura eccezionale che ridusse drasticamente il carico produttivo. Fortunatamente le condizioni climatiche ideali durante l'astate con caldo e secco permisero a questo piccolo raccolto di raggiungere concentrazione e maturità eccezionali. Colore scuro, profondo e giovane. Il naso è molto complesso, elegante e fragrante, con un bouquet fatto di frutta matura, fiori e legno. Al palato il vino è molto ampio. Tannini raffinati, gentili e trama morbida e setosa. Una moltitudine di gusti. Un vino ricco e armonioso con tannini eleganti e levigati. Ben bilanciato, elegante. Il vino si dimostra maturo.. ma non c'è fretta. La persistenza in bocca è veramente impressionante. 1966 1970 1978 1982 1983 1985 1989 Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) 86p 85p 90p 97p 96p 90p 91p 2007/2015 x7 2007/2015 x16 2006/2015 x5 2006/2020 x3 2005/2025 x9 2007/2025 x6 2008/2030 x7 1990 Château Margaux (Margaux) 97p 2005/2030 x12 D2h/G3h Decantato due ore. Colore porpora, intenso e scuro. Naso potente, dolce e concentrato con aromi di ciliege mature, mirtilli e vaniglia. Opulento, con gusti terrosi e di cedro, note di incenso e violetta. Non è un vino super concentrato, ma ha un frutto incredibilmente dolce ben bilanciato a fini tannini. Elegante e armonioso. Il palato è ben strutturato e pieno di deliziosi morbidi tannini e di una piacevole, scura terrosità sotto il dolce fruttato. Un grande vino con una persistenza lunga e calda. Fatto per durare. 1994 1995 Château Margaux (Margaux) Château Margaux (Margaux) 90p 95p 2007/2025 x4 2003/2035 x9 1996 Château Margaux (Margaux) 97p 2006/2035 x15 D 3h / G 3 h Un'annata estrema in Bordeaux, con condizioni meteorologiche molto incerte durante tutte l'estate. Grandi fluttuazioni delle temperature, inframezzate da violenti temporali. Il medoc ha potuto evitare le piogge più intense. Il clima asciutto e fresco in settembre è durato per tre settimane, prima che C H Â T E A U M A R G A U X 41 FINE Estate

Nel bene o nel male, lo champagne è il "most branded wine" al mondo. Puoi andare ovunque al ristorante nel mondo e ordinare l'etichetta gialla di veuve clicquot. Sarà coerente in qualità e stile, così come nel messaggio che il marchio da. Gli champagne non millesimati affascinano per come stanno tra l'immagine del brand e la moda del gusto del momento. Testo: Essi Avellan MW/Juha Lihtonen/ Pekka Nuikki Foto: Pekka Nuikki Degustarli alla cieca si rivela quindi un grande esercizio, che permette di liberarsi di vecchi pregiudizi su questa o quella casa e di trovare lo champagne che realmente ci piace di più. Ci siamo imbattuti in stelle nascenti, ed evidenti scivoloni. Fine ha degustato alla cieca l'attuale offerta di non millesimati e di seguito troverete un giudizio recentissimo su ciò che potete trovare nel mercato. 44 FINE

Gli champagne non millesimati (NV: non-vintage) esprimono la maestria nel blending. E' nel taglio che il capo cantina dimostra la sua grandezza: decine, se non centinaia di vini di differenti varietà, origine ed annata vengono assemblati affinché il risultato finale superi in qualità ogni singolo vino di cui è composto. L'obbiettivo è la costanza della qualità anno dopo anno, possibilmente in quantità che altre regioni viticole possono solo sognare. I NV sono il pane e burro delle aziende. Solitamente rappresentano più del'80% della produzione aziendale. Infatti, nonostante una grossa attenzione sui prodotti di punta, sono i nonmillesimati a determinare sia l'immagine che il successo economico di molte maison. Clovis Taittinger di Taittinger Champagne afferma: "Anche se tutti conoscono il nostro Contes de Champagne, é sul Taittinger Brut Réserve che la gente basa il suo giudizio su di noi, ed è questo che bevono." Hervé Deschamps di PerrierJouët definisce il loro NV "il biglietto da visita dell'azienda". Se parli con gli champagnisti, la maggior parte di loro ti dirà che il NV è il loro preferito della produzione. Da Mercier lo definiscono la loro bandiera. Oltre all'importanza commerciale, il NV è il più difficile da fare, e quello in cui l'intervento umano è più rilevante. Bruno Paillard aggiunge: "Con questo clima così mutevole viviamo sempre nel incertezza. Siamo noi che dobbiamo compensare ai capricci della natura. Per questo le cuvee sono superiori in questa regione." I M I G L I O R I C H A M P A G N E N O N - M I L L E S I M A T I 45 FINE Champagne

mpag Cha liori I Mig imati illes M I componenti "L'assemblaggio è il sale e pepe dello champagne" conferma il cellar master di Roederer, Jean-Baptiste Lecaillon. Ed è effettivamente un lavoro di "speziatura" e rifinitura quello dell'assemblatore, che si propone di costruire un vino equilibrato e complesso dall'unione di molte partite. Alla Roederer vinificano approssimativamente 450 partite ogni anno. La cuvee finale verrà costruita dopo assaggi alla cieca di vini diversi, per varietà, Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, ma anche provenienti da dozzine di diversi villaggi, ognuno dei quali conferisce la propria caratteristica peculiare. La differenza sostanziale nell'assemblaggio tra millesimati e NV sta nell'aggiunta dei vini riserva delle annate precedenti. I benefici di tale procedura sono molteplici: innanzitutto assicura continuità di qualità nelle annate sfavorevoli. L'obbiettivo è quello di non far percepire cambiamenti dell'annata al consumatore, attenuando il rischio percepito all'acquisto. Frédéric Panaïotis di Ruinart Champagne commenta: "Usiamo circa un 20% di vini riserva per il nostro Ruinart NV. Non sono vini molto invecchiati, in quanto lo stile della Casa è tutto giocato sulla freschezza e l'eleganza. E' piuttosto per un obbiettivo di continuità." In altre occasioni i vini riserva danno un contributo determinante alle stile della maison. Alcuni produttori come Veuve Clicquot si distinguono per uno stile ricco ed evoluto ottenuto con significative quantità di vino invecchiato, magari anche molti anni. L'assemblaggio è inoltre una forma di assicurazione; con esso si può infatti ottenere anche una costanza di volume di produzione, anche in annate povere. Di contro, nei vini NV il compito del vinificatore non è di ottenere il miglior vino possibile ogni vendemmia, 46 FINE

scendo l'anno di produzione, può apprezzare l'evoluzione del vino in bottiglia. Rosé sans année La categoria dei rosè ha spuntato grandi performance negli ultimi anni e sembra continuare a prendere piede. Prima del boom, il consumo di champagne rosè si assestava mediamente attorno a un tre per cento della produzione totale. Oggi ha raggiunto vette sconosciute, con alcuni produttori come Lanson che dichiarano una quota del 10-15%. Pronti da bere subito? Il principale slogan dei produttori di champagne dice che i NV sono pronti da bere al momento del lancio. Sicuramente lo sono ma, per i vini di alta qualità, sono ancora lontani dall'esprimere il loro meglio. I NV contengono vini invecchiati che li fanno maturare ma di rispettare lo stile aziendale e smussare le particolarità dell'annata. Di conseguenza le finalità della vinificazione sono l'opposto che nei vini millesimati, nei quali l'intento è di risaltare le peculiarità dell'annata. Pertanto lo spazio a disposizione della libertà creativa dell'enologo è molto ristetto in un champagne NV. C'è solo una cantina che si contrappone a questo modus operandi per i NV: Jacquesson. Loro cambiano nome ad ogni cuvee (Cuvées 729, 730, 731 etc.) e scrivono le esatte componenti del blend sulla loro etichetta nera. Questo permette a Jacquesson di confezionare ogni annata il miglior vino possibile, piuttosto che concentrarsi sulla continuità. Inoltre il consumatore, conoprima. Inoltre alte percentuali di Pinot Meunier nel blend contribuiscono alla prontezza di beva. Troviamo in ogni caso che la minima durata prevista per la sosta sui lieviti di 15 mesi non sia sufficiente a garantire un'adeguata struttura e note autolitiche all'aroma. Crediamo inoltre che l'importanza della maturazione in bottiglia dopo sboccatura sia sottostimata da molti. In particolare negli ultimi anni i successi di vendita hanno spinto molti produttori ad accorciare i tempi di maturazione per soddisfare la domanda. La tendenza comunque si è già invertita e oggi prossimo godere di champagne giustamente maturati, visto che le vendite si sono ridotte notevolmente. "L'assemblaggio È Il Sale E Pepe Dello Champagne" I M I G L I O R I C H A M P A G N E N O N - M I L L E S I M A T I 47 FINE Champagne Nongne

"Remi Krug Rifiuta La Dicitura Non-Millesimato In Quanto Dice Che Un Krug È Non-Niente." Multi- o non-vintage? Gli champagnisti sono generalmente dei grandi uomini di marketing, ma ci sono delle eccezioni a questa regola. Una di queste è il termine non-vintage. Remì Krug rifiuta questo termine, dicendo che "un Krug è un non-niente". Molti altri produttori preferiscono definire i loro vini con termini positivi: multi vintage piuttosto che non-vintage. Questi termini oggi vengono usati in modo intercambiabile, ma una soluzione andrebbe trovata. Si potrebbe cambiare l'intera categoria in multivintage, che è ciò che essenzialmente sono. Oppure il termine multi-vintage potrebbe essere riservato alle cuvee più prestigiose fatte con vini di molte annate, mentre i vini di prima fascia potrebbero rimanere non-vintage. 48 FINE

Il verdetto Il livello qualitativo medio è piuttosto uniforme, con la maggior parte dei vini che si assesta tra gli 85 e gli 87 punti. Ci sono tuttavia una dozzina di champagne che svettano per la loro personalità e qualità. Tra questi, molti posseggono un intrigante potenziale di invecchiamento. Molti champagne venivano da sboccature decisamente recenti e non hanno quindi potuto dimostrare tutte le loro potenzialità. Tuttavia un tale errato giudizio è un'evenienza sempre presente per i NV fintanto che la data di sboccatura non verrà indicata in etichetta e l'immissione nel mercato sarà prematura. Alcuni produttori si sono assestati con dispiacere sotto gli 85 punti, a causa della loro particolarità e di una certa rusticità che hanno abbassato il punteggio. Tuttavia, tenendone dovutamente cono, tra essi ci sono delle ottimo scelte. La batteria dei rosè si è rivelata meno emozionante e bilanciata dei normali NV, con solo due vini sopra i 90 punti. In verità è una pura questione di gusto personale se uno preferisce i rosè o i bianchi. Anche il loro prezzo superiore non dovrebbe essere un problema. "Abbiamo Trovato Una Dozzina Di Champagne Che Si Distinguono Per Personalità E Qualità" Il nostro metodo di degustazione Il team editoriale di FINE ha accettato il difficile e intrigante compito di degustare più di 100 non-millesimati completamente alla cieca. Ognuno di noi ha dato il proprio punteggio in centesimi ad ogni vino, focalizzandoci sulla loro qualità oggi. Si è calcolato il punteggio medio e qualora i nostri punteggi vi differissero per più di quattro punti, il vino è stato riassaggiato e rigiudicato. I M I G L I O R I C H A M P A G N E N O N - M I L L E S I M A T I 49 FINE Champagne

I Migliori Champagne Champagne Non-Vintage 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Charles Heidsieck Brut Réserve 2009/2017................................................93p Louis Roederer Brut Premier 2009/2017.......................................................91p Taittinger Brut Réserve 2009/2013..................................................................90p . De Venoge Brut Blanc de Noirs 2009/2013................................................90p Pommery Pop Earth Brut 2009/2012...............................................................90p . Cattier Brut Premier Cru 2009/2013..............................................................90p . Pol Roger Brut Réserve 2009/2015..................................................................90p Chartogne-Taillet Cuvée Sainte-Anne Brut.2009/2015.....................90p Laurent-Perrier Brut L-P 2009/2013................................................................89p . 32. Jacquart Extra Brut 2009/2012..........................................................................88p 33. Drappier Brut Nature Pinot Noir 2009/2012.............................................88p 34. Pol Roger Extra Cuvée de Réserve Pure 2009/2014............................87p 35. Veuve Clicquot Ponsardin Brut 2009/2015...............................................87p 36. Mumm Cordon Rouge.2009/2013........................................................................87p 37. Mailly Grand Cru Brut Réserve 2009/2013................................................87p 38. Louis Roederer Carte Blanche Sec.2009/2015........................................87p 39. Joseph Perrier Cuvée Royale Brut Blanc de Blancs 2009/2014....................................................................................87p 40. Billecart-Salmon Brut Réserve 2009/2013.................................................87p 41. Lanson Black Label Brut 2009/2013...............................................................87p . 10. Gosset Grande Réseve 2009/2017......................................................................89p 11. Delamotte Brut 2009/2014.....................................................................................89p 12. Bollinger Special Cuvée.2009/2015.................................................................89p 13. Canard Duchêne Cuvée Leonie.2009/2013..................................................89p . 14. Ruinart Brut 2009/2013.............................................................................................89p 15. Laurent-Perrier Ultra Brut.2009/2014..........................................................89p 16. Pommery Brut Apanage.2009/2014....................................................................88p 17. De Saint Gall Blanc de Blancs Extra Brut 2009/2013......................88p 18. Piper-Heidsieck Brut 2009/2014...........................................................................88p 19. Mailly Grand Cru Extra Brut.2009/2013....................................................88p . 20. De Venoge Cordon Bleu Brut Select 2009/2014...................................88p 21. Ayala Zero Dosage Brut Nature 2009/2014...............................................88p 22. Henriot Blanc Souverain Pur Chardonnay 2009/2015.....................88p . 23. Perrier-Jouët Grand Brut 2009/2015.............................................................88p . 24. Agrapart Terroirs 2009/2013................................................................................88p 25. Henriot Brut Souverain 2009/2015..................................................................88p . 26. Pommery Brut Royal 2009/2013..........................................................................88p 27. Mailly Grand Cru Blanc de Noirs.2009/2014..........................................88p . 28. Ayala Brut Majeur 2009/2014..............................................................................88p . 29. Vilmart Grand Cellier.2009/2013......................................................................88p 30. Joseph Perrier Cuvée Royale Brut 2009/2013..........................................88p 31. Bonnaire Grand Cru Blanc de Blancs 2009/2012.................................88p 42. H. Goutorbe Cuvée Tradition 2009/2012......................................................87p 43. Moët & Chandon Brut Imperial 2009/2012..................................................87p 44. Mercier Cuvée du Fondateur Brut 2009/2011...........................................87p 45. Henri Abelé Brut 2009/2013...................................................................................87p 46. Blondel Carte d'Or 2009/2012............................................................................87p . 47. A. Chauvet Blanc de Blancs Brut 2009/2010...........................................87p 48. Ruinart Blanc de Blancs 2009/2012................................................................86p . 49. Bruno Paillard Brut Premiere Cuvée 2009/2017....................................86p . 50. Deutz Brut Classic 2009/2012.............................................................................86p . 51. De Saint Gall Premier Cru Brut Tradition 2009/2011.........................86p 52. Philipponnat Brut Royale Réserve 2009/2013..........................................86p . 53. Pierre Gimonnet Brut 2009/2011.........................................................................86p 54. Philiponnat Non Dosé Royale Réserve 2009/2012.................................86p 55. Heidsieck & Co Monopole Blue Top 2009/2013........................................86p . 56. Mumm Cordon Rouge Demi-Sec 2009/2012.................................................86p 57. Moët & Chandon Nectar Impérial 2009/2011.............................................86p 58. Besserat de Bellefon Cuvée des Moines Brut.2009/2011..................86p 59. Mercier Brut 2009/2011.............................................................................................86p 60. Jacquart Demi-Sec 2009/2011................................................................................86p 61. Jacquesson Brut Cuvée No 733.2009/2013..................................................85p 62. Alain Thiénot Brut 2009/2013..............................................................................85p . 63. Bonnaire Brut Tradition 2009/2011..................................................................85p 50 FINE

Non-Vintage 64. Richard Fliniaux Carte Perle Cuvée Speciale.2009/2011..................85p 65. Pannier Brut Selection 2009/2011.....................................................................85p 66. Mercier Demi-Sec.2009/2011...................................................................................85p 67. Alfred Gratien Brut 2009/2013...........................................................................85p 68. Jacquart Brut Mosaïque.2009/2012................................................................85p 69. Frank Bonville Grand Cru Selection Blanc de Blancs 2009/2012....................................................................................85p 70. Dosnon & Lepage Recolte Brut 2009/2010.................................................85p 71. Comte Audoin de Dampierre Demi-Sec 2009/2010..................................85p 72. Charles de Villenfin Brut.2009/2010.............................................................85p 73. Camille Bonville Brut Selection Blanc de Blancs 2009/2012....................................................................................85p 74. Bonnaire Brut Variance Boisé 2009/2012....................................................85p . 75. A. Robert Brut 2009/2010.......................................................................................85p . 76. A. Chauvet Brut 2009/2010....................................................................................85p 77. Charles Lafitte Cuvée Speciale 2009/2011.................................................84p . 78. André Clouet Brut 2009/2012..............................................................................84p 79. David Léclapart L´Apôtre a Trépail Blanc de Blancs Extra Brut 2009/2011.........................................................84p 80. Duval Leroy Brut 2009/2011...................................................................................84p 81. Richard Fliniaux Blanc de Blancs.2009/2010..........................................84p 82. Maxime Blin Carte Blanche Brut 2009/2010............................................84p 83. Marguet Père & Fils Grand Cru Brut Réserve 2009/2010...............84p 84. Dosnon & Lepage Recolte Noir 2009/2010.................................................84p 85. Comte de Dampierre Grande Cuvée Brut 2009/2011.............................84p 86. Charles Mignon Brut Premier Cru 2009/2010........................................84p . 87. Besserat de Bellefon Cuvée des Moines Blanc de Blancs 2009/2010...................................................................................84p 88. A. Robert Cuvée Le Sablon Brut 2009/2010..............................................84p 89. David Léclapart L´Àrtiste Premier Cru Blanc de Blancs Extra Brut 2009/2010.......................................................84p 90. Collard-Picard Cuvée Selection Brut 2009/2010...............................83p Non-Vintage Rosé Champagnes 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Chartogne-Taillet Rosé 2009/2013...................................................................90p Billecart-Salmon Brut Rosé 2009/2012........................................................90p Boizel Brut Rosé 2009/2013...................................................................................89p Laurent Perrier Rosé Cuvée Brut.2009/2013............................................89p Pommery Apanage Rosé 2009/2013....................................................................89p Henriot Rosé.2009/2013............................................................................................89p Mumm Rosé 2009/2011..................................................................................................89p Ruinart Brut Rosé 2009/2011.................................................................................88p Bruno Paillard Première Cuvée Brut Rosé 2009/2014.......................88p 10. Philipponnat Réserve Rosé Brut.2009/2012...............................................88p . 11. Alfred Gratien Rosé 2009/2012...........................................................................88p 12. Collard-Picard Rosé Brut 2009/2011.............................................................88p . 13. Moët & Chandon Rosé Impérial 2009/2011...................................................87p 14. Veuve Clicquot Ponsardin Rosé 2009/2013...............................................87p 15. Joseph Perrier Cuvée Royale Brut Rosé.2009/2012.............................87p 16. J.J. Richard & Fils Ay Champagne Brut Rosé Grand Cru 2009/2010.......................................................................87p 17. Bollinger Rosé Brut 2009/2013..........................................................................86p 18. Deutz Rosé 2009/2012.................................................................................................86p 19. Duval Leroy Brut Rosé 2009/2011......................................................................86p 20. Charles Lafitte Rosé Brut 2009/2012............................................................85p . 21. Bonnaire Brut Variance Boisé 2009/2012....................................................85p . 22. Charles Mignon Comte de Marne Rosé 2009/2011................................84p 23. Mercier Demi-Sec Rosé 2009/2010....................................................................84p . 24. Perrier-Jouët Blason Rosé 2009/2013...........................................................84p . 25. Pannier Rosé Velour 2009/2012...........................................................................84p I M I G L I O R I C H A M P A G N E N O N - M I L L E S I M A T I 51 FINE Champagne

I Migliori Champagne no. 1 Charles Heidsieck Brut Réserve Dopo tre giorni di degustazione alla cieca di champagne nonmillesimati, ci siamo ritrovati nel bicchiere un vino che ci ha fatto pensare di aver servito per errore uno champagne di grande prestigio. L'evoluzione e la trama ricca, cremosa e complessa del vino ci ha dato questa impressione. Questo champagne ci ha dato molto di più di ogni altro concorrente. Pertanto ha ricevuto l'indiscutibile menzione di miglior champagne non millesimato nella classifica di FINE Champagne Magazine. E' un piacere constatare che questo marchio del lustre passato ha messo le basi per la sua rinascita e un prospero avvenire. Merito di un eccezionale capocantina, winemaker e assemblatore qual è il maturo Daniel Thibault, che con il sostegno economico di Remy Cointreau, è stato in grado di creare, agli inizi degli anni '90, un vino unico. L'idea di Thibault era di creare uno champagne nonmillesimato ricco e complesso. A differenza di un non-millesimato standard, composto da vino dell'ultima vendemmia assemblato con un po' di vino delle ultime due o tre annate, Thibault ha voluto aumentare la quantità di vini riserva nel blend per renderlo più complesso. Per far questo, aveva bisogno uno stock di molte annate di vini riserva. Non essendoci in Charles Heidsieck tale stock, dovette crealo. Fu una decisione finanziariamente costosa, se pensiamo alle enormi quantità di vino che vennero stoccate in cantina invece di essere immesse nel mercato. Finalmente, nel 1992, la prima release dello speciale Champagne non-millesimato di Thibault fu lanciata nel mercato. Il Brut Reserve era basato sull'annata 1991, con un 40% di vini riserva provenienti da otto altre annate. La prova ebbe un grande successo e il Charles Heidsieck Brut Réserve si affermò come uno dei grandi champagne da annata multipla, a fianco di Krug Grande Cuvée e Laurent-Perrier Grande Siècle, ma ad un prezzo di giusto la metà. JL 93p Charles Heidsieck Brut Réserve 2009/2017 to. Persistenza e classe, con un bellissimo tocco di autolisi. Finale lungo, ricco ed elegante. Colore giallo-dorato intenso. Naso fragrante e deciso di mela dolce e frutti tropicali. Ampio e potente al palato con grande purezza e intensità del frut- no. 2 Louis Roederer Brut Premier Non ci ha sorpreso che i nostri sensi abbiano riconosciuto unanimemente un voto così alto al Roederer Brut Premier nella nostra degustazione alla cieca. L'approccio perfezionista che Roederer ha, sia in vigneto che in cantina garantisce un eccezionale livello a tutta la linea di prodotti. Le vigne hanno una età media superiore ai 25 anni e i carichi produttivi sono mantenuti modesti. La Casa appartiene a quella minoranza del 5% in Champagne che inibisce la fermentazione malo-lattica. Lo stile infatti ricerca una spiccata acidità legata tuttavia a una irrinunciabilmente perfetta maturità delle uve. L'uvaggio è composto da un 40 per cento di Chardonnay e Pinot Nero, completato nel restante 20 per cento da Pinot Meunier. L'aggiunta di vini riserva si limita ad un modesto 10 per cento, con uno stile tutto fondato sulla maturità e freschezza del frutto. L'alta qualità del frutto e l'assenza di malo-lattica ne fanno uno dei più longevi champagne non millesimati. Abbiamo recentemente avuto per le mani una versione con più di dieci anni, che si è dimostrata eccezionale e più simile a un millesimato che a un NV. Anche se è il più costoso tra i NV, sono soldi ben spesi. EA 91p Louis Roederer Brut Premier 2009/2017 palato. Una purezza del frutto bellissima. Lineare e fruttato. Delizioso e lungo, con un spina dorsale croccante. Raffinato ed elegante. Color limone, giovane, mediamente intenso. Naso in evoluzione, note arrostite, minerali, di pietra focaia. Pulito, dolce, citrino e di frutta tropicale al 52 FINE

no. 3 Taittinger Brut Réserve I vini di Taittinger hanno quel qualcosa di magico che li fa emergere per qualità e personalità ad ogni degustazione alla cieca. A mio parere sono la freschezza e la fragranza e la sublime purezza del frutto racchiuse in esso che emanano un fascino di grande energia. Sono l'eleganza e lo stile femmineo il marchio distintivo di Taittinger. Ciò deriva dalle alte porzioni di Chardonnay usato. Nel Brut Reserve rappresentano più del 40 per cento, con il restante fatto di un blend delle varietà a bacca rossa. Questo stile era già stato delineato da Pierre Taittinfer quando, nel 1932 acquisto' Champagne Fourneux per rinominarlo Taittinger. La maggior parte dello Chardonnay proviene dai principali village della Cote de Blancs, contribuendo in modo determinante allo stile. In vinificazione, il capocantina Loic Dupont mantiene uno stile riduttivo, con una prima fermentazione condotta tutta in acciaio. La malo-lattica, con il suo effetto ammorbidente, viene poi svolta completamente. Un generoso dosaggio di 13 g/l arrotonda il vino e ne completa il seducente stile. Lo stile di Taittinger è basato sulla freschezza del frutto e non è quindi un NV che consiglierei per un prolungato invecchiamento in bottiglia. Nonostante ciò una maturazione dopo sboccatura di uno o due anni sembra fargli esprimere il suo meglio. EA 90p Taittinger Brut Réserve 2009/2013 ciato tra una buona potenza, l'eleganza e una spina dorsale fresca. Armonioso e equilibrato. Colore giallo maturo, mediamente intenso. Naso dolce e delicato di fiori e frutti bianchi. Ben bilan- no. 4 De Venoge Blanc de Noirs Questa casa di Champagne di grande tradizione, fondata nel 1837 dallo svizzero Enrico-Marc de Venoge, ha avuto la sfortuna di perdere il controllo familiare dopo gli sconvolgimenti delle Guerre Mondiali. Il Marchese de Mun, marito di Yvonne de Venoge, passo' a miglior vita nel 1922 lasciando alla suocera e alla moglie la responsabilità di condurre l'azienda. Quando l'ultimo erede diretto della famiglia de Venoge lasciò l'azienda nel 1958, questa passò di mano svariate volte, lasciando per strada molte delle sue proprietà. Oggi la Casa è stata rifondata come parte del gruppo Boize Chanoine Champagne (BCC), che ha preso sotto la sua ala varie maison di lunga tradizione, assicurando loro la stabilità finanziaria e le risorse per sviluppare i loro brand e i loro vini. De Venoge mi è sempre parso un produttore di grande valore e il loro base Cordon Bleu ha ben figurato nella nostra degustazione. Questo blanc de noir ha visto la luce nel 1988. Questa cuvèe è stata confezionata con un occhio rivolto alla gastronomia ed ci ha convinto in degustazione per la solida struttura e per le note vinose. Il blend è composto per l'80 per cento di Pinot Noir e il 20 per cento di Pinot Meunier di cru selezionati. De Venoge ha usato il fiocco blu come suo marchio commerciale sin dal 1851. Fonde assieme le radici della famiglia, citando il fiume svizzero della loro terra d'origine, il Venoge appunto, con il famoso simbolo creato da Re Enrico III di Francia nel 1578 per l'Ordine dello Spirito Santo. Tuttavia questo Blanc de Noir e il rosè NV hanno rotto questa tradizione; il Blanc de Noir mostre un'immagine del Marchese Adrien de Mun, mentre il rosè riporta un'illustrazione con Yvonne de Venoge. EA 90p De Venoge Brut Blanc de Noirs 2009/2013 e asciutto. Elegante profondità e progressione verticale. Espressione del frutto molto limpida e pulita. Colore giallo limone pallido. Naso morbido di noce e limone, pesca e frutta tropicale. Fruttato molto ampio al palato di media struttura, fresco, rotondo I M I G L I O R I C H A M P A G N E N O N - M I L L E S I M A T I 53 FINE Champagne Non-Vintage

no. 5 Pommery Pop Earth Brut trasporto, del consumo di energia e dell'emissione di anidride carbonica. Nel 2007 Pommery è riuscita a ridurre il consumo di acqua necessario per produrre una bottiglia di champagne da 1,67 a 0,50 litri. Tutte le etichette sono fatte di carte riciclata stampata a solventi. Le bottiglie sono vendute senza altri imballi in casse da 6 bottiglie. Le acque reflue e tutti gli altri materiali vengono riciclate. Sebbene la produzione si basi su principi ammirevoli, è puramente per il suo gusto, complesso, armonioso e ricco, che questo vino si è assestato così alto in classifica. Pommery POP Earth si distingue dal POP Earth Brut per un dosaggio inferiore di 10 g/l. E' un blend in parti uguali di Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier. JL Sono veramente pochi gli champagne che possono essere considerati una buona bevuta come questo vino. Non ti da solo il piacere di gustare un armonioso champagne, ma anche la sensazione di fare qualcosa di buono per l'ambiente. Questa operazione ha richiesto dieci anni per essere messa in piedi. E' il risultato del programma di sviluppo sostenibile e protezione ambientale a cui Vranken-Pommery Monopole Group si è dedicata per più 10 anni. I vigneti sono condotti seguendo i principi della viticoltura sostenibile, evitando di usare pesticidi, e la vinificazione avviene seguendo il metodo tradizionale. La differenza principale dagli altri brand riguarda il packaging. Sin dal 1998 Pommery ha ridotto il peso delle bottiglie di 35 grammi, ottenendo una riduzione dell'uso di vetro di 4300 tonnellate. Ciò ha portato a una riduzione dei volumi di 90p Pommery Pop Earth Brut 2009/2012 Color limone mediamente intenso. Naso morbido, profumato e delicato di frutti tropicali. Palato lungo, ricco e gentile. Mousse cremosa e buona lunghezza. no. 7 Pol Roger Brut Réserve no. 6 Cattier Brut Premier Cru Champagne Cattier is one of the curiosities in Champagne. The viticola. La famiglia Cattier ha coltivato la vigna sin dal 1763, ma ha lanciato il suo proprio champagne solo nel 1918. La peculiarità della casa sta nella loro dedizione a produrre solo champagne non-millesimati, anche se al massimo grado. Sono stati i pionieri del concetto di champagne da singola vigna, con la loro parcella di 2.2 ettari di Clos du Moulin. Il loro ultimo lancio ha riguardato il brand di super­lusso Armand de Brignac Ace of Spades, che è diventato i No. 1 degli champagne celebri negli USA. In ogni caso questo classico NV esprime la competenza che la famiglia Cattier possiede riguardo il suo terroir. Le uve provengono da vigneti di proprietà siti in Chigny-Les-Roses. Il blend è composto dal 75 per cento di Pinot Noir e dal 25 di Chardonnay. JL Fondata nel 1849, Pol Roger Champagne rimane tutt'oggi di proprietà della famiglia e orgogliosamente indipendente. Pol Roger, classe 1831, fondatore della Casa, ha vissuto tutta la sua infanzia nel village Gran Cru di Ay. Dall'inizio Pol Roger si è concentrato sull'export, e il mercato Inglese è sempre stato il più importante. Il successo commerciale dell'azienda si fonda sul loro modello commerciale Molto è cambiato da quei giorni. Oggi Pol Roger è una delle poche aziende a conduzione familiare tra le Grande Marque di champagne. Hubert, figlio di Christian de Billy, è attivamente occupato nell'azienda, tuttavia la Pol Roger ha recentemente assunto i primi manager esterni alla famiglia, Patrice Noyelle e Laurent d'Harcourt. L'estensione di 89 ettari di vigneto e la consolidata bravura nell'arte del blending sono i segreti della qualità. Tutto i membri del direttivo e molto membri della famiglia partecipano alle decisioni sul blending. La produzione totale alla Pol Roger si aggira sugli 1.5 milioni di bottiglie. Lo stile intenso elegante e tecnicamente perfetto della tostatura è il tratto distintivo di Pol Roger che ci ha affascinato nella degustazione cieca. Il vino è il risultato dell'assemblaggio di 30 basi, provenienti da almeno due annate diverse e formate dai tre vitigni classici, in parti uguali. Solitamente la quantità di vini riserva si mantiene tra il 20 e il 30 per cento. La cantina di Pol Roger è una delle più fredde dello champagne, mediamente sui 9,5 gradi, e contribuisce allo stile ricercato della casa. Dopo tre anni sui lieviti e sboccatura, il vino attende altri 5 mesi in bottiglia prima della distribuzione. EA 90p Cattier Brut Premier Cru 2009/2013 Giallo limone intenso con tinte verdognole. Naso ricco e tostato, minerale, con un bellissimo frutto tropicale. Mineralità affumicata evidente anche al palato. Piacevoli note autolitiche. Molto secco, ma intensamente fruttato e fresco. Migliorerà con l'invecchiamento. 90p Pol Roger Brut Réserve 2009/2015 Colore giallo limone pallido. Naso fragrante di frutta bianca matura. Un tocco elegante di note sovramature e minerali. Una morbida e gradevole mousse. Lungo, verticale e cremoso. Elegante e pieno di personalità. 54 FINE

I Migliori Champagne Non-Vintage 90p Chartogne-Taillet Cuvée Sainte-Anne Brut 2009/2015 Giallo limone chiaro con riflessi verdognoli. Naso rotondo e ricco, di zucchero caramellato e frutta tropicale. Ancora giovane e chiuso al palato. Cremoso, elegante. Buona dotazione di complessità e lunghezza. 88p Mailly Grand Cru Extra Brut 2009/2013 Mediamente intenso, naso ricco di toffee con un tocco di frutta rossa. Rotondo al palato, con frutto morbido e maturo. Facile da bere, dallo stile fruttato. 89p Laurent-Perrier Brut L-P 2009/2014 88p De Venoge Cordon Bleu Brut Select 2009/2014 Giallo limone chiaro con riflessi verdognoli. Naso minerale, affumicato e pieno di fiori bianchi. Molto minerale al palato, con evidenti note di frutta tropicale. Chiuso e lineare. Molto secco. Colore giallo intenso, evoluto. Naso dolce, tostato e ricco, di mela tagliata e spezie. Ampio e morbido al palato. Piacevole e affascinante, ma manca la spina dorsale di un super premium non-vintage. Pulito e armonioso. Facile da avvicinare e pronto da bere. 89p Gosset Grande Réserve Giallo limone chiaro con riflessi verdognoli. Naso minerale, affumicato e pieno di fiori bianchi. Molto minerale al palato, con evidenti note di frutta tropicale. Chiuso e lineare. Molto secco. 2009/2013 88p Ayala Zero Dosage Brut Nature 2009/2014 Colore giallo limone pallido. Naso morbido di frutti con una piacevole nota di tostato autolitico e frutti delicati: limone, melone e frutti tropicali. Corpo molto secco e pulito, acidità croccante. Buona intensità e concentrazione. Lungo, setoso e affascinante. 89p Delamotte Brut 2009/2014 Colore evoluto, giallo oro. Naso morbido con note lattiche. Mele e polvere. Di medio corpo e arrotondato. Equilibrato ma con una nota polverosa un po' rustica. Grande personalità e ricchezza. 88p Henriot Blanc Souverain Pur Chardonnay 2009/2015 Colore mediamente intenso giallo-verdognolo. Naso tostato, armonioso e complesso. Cremoso, con vaniglia e fudge. Mineralità gentile, sottolineata dalle note affumicate. Buona armonia e integrazione della mousse. 89p Bollinger Special Cuvée 2009/2015 88p Perrier-Jouët Grand Brut 2009/2015 Color limone mediamene intenso. Ricco dolce e complesso. Naso di cannella, torta di mele e vaniglia. Si nota una ossidazione dolce e cercata. Palato potente, vellutato e ampio, perlage cremoso ben integrato. Equilibrato e ricco. 89p Canard Duchêne Cuvée Leonie 2009/2013 Colore giallo limone mediamente intenso. Naso floreale fragrante e affascinante. Note tropicali dolci e di miele. Complessità minerale con accenni di vinosità. Puro con bella freschezza e eleganza. Ogni cosa a suo posto Color limone mediamene intenso. Naso morbido e rotondo di toffee, mele rosse e note tostate. Corpo molto morbido, frutto evidente e buona lunghezza. Pulizia e intensità lo rendono affascinante. Buona capacità d'invecchiamento. 88p Agrapart Terroirs 2009/2013 Colore limone pallido. Naso delicato, evidente mela verde e frutti bianchi. Intenso e puro, con una struttura potente e verticale. Pulito e ben assemblato. 89p Ruinart Brut 2009/2013 Color limone mediamene intenso. Naso elegante di fiori bianchi e limone verde. Palato secco, intenso e misurato. Ancora giovane, con un struttura solida e lineare e una buona capacità di invecchiamento. 88p Henriot Brut Souverain 2009/2015 Colore giallo oro intenso. Naso intenso di frutta, armonioso ed elegante, e delicatamente tostato. Magro ma concentrato, lungo e fresco. Ogni cosa a suo posto, con un buon potenziale di invecchiamento. 89p Laurent-Perrier Ultra Brut 2009/2014 Colore giallo-verdognolo mediamente intenso. Naso ricco, note tostate e di pietra focaia. Limone e mela verde. Corposo e molto secco al palato, con note di autolisi. Elegante, con una cremosità fine e una bellissima purezza del frutto. 88p Pommery Brut Royal 2009/2013 Colore giallo-verdognolo scarico. Naso delicato, morbido ed elegante con melone, note citrine, finemente assemblato e rifinito. 88p Pommery Brut Apanage 2009/2014 Colore giallo limone mediamente intenso. Morbido, vaniglia e crema, frutta tropicale matura. Chiuso al palato, ma ben bilanciato con una certa complessità ed eleganza. 88p Mailly Grand Cru Blanc de Noirs 2009/2014 Color limone mediamente intenso. Naso morbido e cremoso di toffee, burro, brioche e cinnamomo. Palato ricco, di media potenza e buona lunghezza, con un fresca spina dorsale. Buon equilibrio e complessità. 88p De Saint Gall Blanc de Blancs Extra Brut 2009/2013 Colore giallo-verdognolo mediamente intenso. Naso di mela e frutta tropicale, di crosta di pane e piacevolmente tostato. Lungo e piuttosto intenso. 88p Ayala Brut Majeur 2009/2014 Color limone mediamente intenso. Naso delicato, morbido di toffee con note citrine. Gentile presenza autolitica. Palato molto secco e deciso, lineare con fruttato dolce e puro. Mousse ben integrata e buona lunghezza. 88p Piper-Heidsieck Brut 2009/2014 Colore limone intenso. Ricco e morbido, naso di mela dolce e tostato. Note evolute e di pane. Palato potente di frutta e caffè, vaniglia e tostato. Mousse integrata e ampia, densa. 88p Vilmart Grand Cellier 2009/2013 Colore limone pallido. Naso delicato con una sottile nota di legno, deliberata ossidazione, di mela tagliata. Buona intensità e purezza. I M I G L I O R I C H A M P A G N E N O N - M I L L E S I M A T I 55 FINE Champagne

88p Joseph Perrier Cuvée Royale Brut 2009/2013 Colore limone mediamente intenso. Naso cremoso e tostato, con frutta matura, limone e mela. Compatto e concentrato al palato. Fruttato esplosivo. Lungo finale. 87p Lanson Black Label Brut 2009/2013 Color limone-dorato mediamente intenso. Naso puro e puliti, di agrumi dolci e drupe. Intenso e strutturato, con un buone concentrazione acida e lunghezza del frutto. Concentrato e fruttato, con un buon potenziale d'invecchiamento. 88p Bonnaire Grand Cru Blanc de Blancs 2009/2012 Colore limone-verdognolo mediamente intenso. Naso dolce, pulito, tropicale. Pera e succo di mela, delicati frutti bianchi. Acidità croccante e bellissima mousse cremosa. Dosaggio morbido e piacevole. Finale lungo, puro, compatto e fascinoso. 87p H. Goutorbe Cuvée Tradition 2009/2012 Color limone-verdognolo pallido. Fruttato, dominato dai frutti rossi e lattico il naso, con una leggera influenza autolitica. Mousse spumosa, palato rotondo e levigato. Finale lungo, speziato e fruttato. Grande personalità. 87p Moët & Chandon Brut Impérial 2009/2012 88p 2009/2012 Jacquart Extra Brut Colore dorato intenso. Naso ricco, morbido e tostato, con note di vaniglia e nocciola. Gusto ricco, morbido e leggermente ossidato. Ben integrata la mousse e la vinosità. Color limone mediamente intenso. Naso dominato dal frutto, pesca e mela, con un delicato tocco floreale. Buona eleganza. Di corpo leggera, con una media intensità del frutto. Elegante ma non molto complesso. 87p Mercier Cuvée du Fondateur Brut 2009/2012 2009/2011 Color limone intenso. Naso armonioso, di frutta bianca e fiori, con un tocco vegetale. Palato ben bilanciato, levigato, di media lunghezza. 88p Drappier Brut Nature Pinot Noir Colore aranciato mediamente intenso. Naso aperto, ricco, di mela matura con un tocco di note autolitiche. Palato muscolare, solido e arrotondato. Finale asciutto, mediamente lungo. 87p Henri Abelé Brut 2009/2013 Color limone intenso. Aperto e morbido il naso, di pasticceria e vaniglia. Buon inizio di complessità autolitica. Lungo, morbido e facile da apprezzare, anche se poco complesso e raffinato. 87p Pol Roger Extra Cuvée de Réserve Pure 2009/2014 Color limone mediamente intenso. Naso delicato e puro, leggermente autolitico, con accenni di mela matura, vaniglia e note minerali. Molto lineare ed estremamente secco al palato. Grande qualità del frutto. Buona intensità e lunghezza. Bel finale tostato. 87p Blondel Carte d'Or 2009/2012 Color limone pallido. Naso di tostato, crostata di mele e frutti bianchi. Complessità lattica e autolitica. Solido e misurato al palato. Lasciar passare un po' di tempo dalla sboccatura gli potrebbe giovare. Mousse ancora un po' troppo schiumosa. Lunghezza e intensità medie. 87p Veuve Clicquot Ponsardin Brut 2009/2015 Color limone mediamente intenso. Naso misurato e morbido di drupe e fiori. Palato solido e finale asciutto. Bella pulizia, frutto ampio e concentrazione, manca di complessità e lunghezza. 87p A. Chauvet Blanc de Blancs Brut 86p Ruinart Blanc de Blancs 2009/2010 Color limone mediamente intenso. Naso morbido, di agrumi con qualche influenza floreale. Bella purezza del frutto e lunghezza. Concentrato e di stile. 87p Mumm Cordon Rouge 2009/2013 2009/2012 Color limone mediamente intenso. Gradevole tocco affumicato. Mousse spumosa. Molto pulito, gentile e facile. Ben fatto e fruttato, con una certa complessità autolitica. 87p Mailly Grand Cru Brut Réserve 2009/2013 Color limone-verdognolo pallido. Naso da blanc de blanc, minerale e affumicato, con note di paglia e limone. Misurato e affumicato, solido al palato. Bolla ruvida e trama un po' spigolosa. media lunghezza. Manca di complessità autolitica e charm. Ulteriore affinamento dopo sboccatura farà uscire lo charm di questo vino. Color limone pallido. Naso fragrante e delicato di frutti bianchi e fiori. Naso puro e pulito. Molto secco al palato, sembra un extra brut. Molto strutturato e perfettamente bilanciato. 86p Bruno Paillard Brut Premiere Cuvée 2009/2017 87p Louis Roederer Carte Blanche Sec 2009/2015 Color limone mediamente intenso. Naso morbido, aperto di limone e melone, toffee e complessità autolitica. Più monodimensionale al palato. Floreale e di medio corpo. Mousse ben integrata e finale giustamente dolce. Color limone pallido. Naso di fiori, liquirizia, drupe, cremoso e mieloso. Palato solido, secco, di medio corpo. Grande struttura dietro il frutto pulito. Bello, lineare, dall'acidità croccante. 86p Deutz Brut Classic 2009/2012 87p Joseph Perrier Cuvée Royale Brut Blanc de Blancs 2009/2014 Colore intenso limone-verdognolo. Naso ricco, morbido e complesso. Pane tostato, mela rossa e spezie. Buon corpo e profondità anche al palato. Ben bilanciate la fresca acidità e la lunghezza con una mousse ben integrata. Bella concentrazione. Color limone-dorato intenso. Naso morbido e rotondo di bacche rosse e tabacco. Pieno, ma monodimensionale al palato. Una certa concentrazione al palato, ampio e grasso. Manca di eleganza e carattere. 86p De Saint Gall Premier Cru Brut Tradition 2009/2011 Color limone pallido. Naso morbido e delicato, di frutti bianchi e fragrante pasticceria. Note vegetali e bel frutto pulito. La presa si perde al palato, molto piatto e apparentemente senza spina dorsale. Di media lunghezza e facile da apprezzare. 87p Billecart-Salmon Brut Réserve 2009/2013 Color limone mediamente intenso. Naso morbido, dolce di crostata di mele, con una deliziosa ricchezza autolitica FINE 86p Philipponnat Brut Royale Réserve 2009/2013 56 Color limone-dorato mediamente intenso. Naso facile, morbido maturo e fruttato. Note delicatamente affumicate e floreali. Palate fruttato mediamente intenso. Equilibrato, ma non molto complesso o fine.

86p Pierre Gimonnet Brut 2009/2011 Color limone mediamente intenso. Naso molto floreale e fragrante, pulito e fresco. Magro e fruttato, buona compattezza del frutto. Lungo e fresco. 85p Richard Fliniaux Carte Perle Cuvée Speciale 2009/2011 Color limone macchiato di pesca, pallido. Bel tocco autolitico al naso, accenni di frutta e frutta secca. Dominato da un frutto pulito al palato. Grande personalità 86p Philipponnat Non Dosé Royale Réserve 2009/2012 Color limone-dorato mediamente intenso. Naso dolcemente fruttato di bacche rosse, con nuance di spezie e crostata di mele. Palato asciutto di medio corpo che manca dell'ampiezza del frutto presente al naso. Mousse effervescente, palato che manca di charm. Un po' di attesa lo farà meglio esprimere. Buona capacità d'invecchiamento. 85p Pannier Brut Selection 2009/2011 86p Heidsieck & Co Monopole Blue Top 2009/2013 Colore giallo limone intenso, mousse molto spumosa. Naso di crema e vaniglia, con un ricco e pulito fruttato e un tocco di eleganza. Un vino che riempie la bocca, con buona intensità. Alcune note vegetali ne intaccano l'eleganza. Media lunghezza e sufficientemente integrata la bolla. Color limone mediamente intenso. Naso di limone e mela morbida. Puro e fruttato ma non molto complesso ed evoluto. Palato di medio peso, con bolla un po' grossolana. Un po' corto e non così piacevolmente fruttato come al naso. 85p Mercier Demi-Sec 2009/2011 86p Mumm Cordon Rouge Demi-Sec 2009/2012 Colore limone-verdognolo pallido. Naso dolce e delicato di fiori e frutti bianchi. Gusto mediamente dolce, pieno di dolce frutta tropicale. Media lunghezza e buone purezza del frutto per un demi-sec. Color limone mediamente intenso. Naso dolce di caramello, con influenze tostate. Mediamente secco. equilibrato e pulito. Media lunghezza con sottile effervescenza. Ben fatto ed equilibrato. 85p Alfred Gratien Brut 2009/2013 Moët & Chandon Nectar 2009/2011 86p Impérial Colore giallo-verdognolo pallido. Naso delicato, affumicato, minerale. Fiori e drupe, nessun impatto autolitico. Abbastanza cremoso al palato. Pulito e vivido il frutto, manca dello spessore e complessità di un grande champagne. Color limone con tonalità pesca. Naso fragrante e dolce di spezie e mela ossidata. Palato mediamente dolce. Fruttato e gentile, rotondo. Una certa personalità e un bell'equilibrio. 85p Jacquart Brut Mosaïque 2009/2012 Colore giovane, di limone con bolla vivace. Naso autolitico di frutta secca e tostato, con mela matura, fieno e note polverose. Palato mediamente intenso, vegetale e floreale. Buona freschezza e mousse ben integrata. Nel complesso soddisfacente, medie lunghezza e intensità del frutto. 86p Besserat de Bellefon Cuvée des Moines Brut 2009/2011 85p Frank Bonville Grand Cru Brut Selection Blanc de Blancs 2009/2012 Color limone mediamente intenso. Aperto e cremoso al naso, con aromi di mela, pera e vaniglia. Non perfettamente pulito. Limone e albicocca al palato. Medie intensità del frutto e lunghezza. Non banale, non per tutti i gusti. Mousse spumosa e finale asciutto di media lunghezza. Giallo paglierino mediamente intenso. Naso gentile e misurato, di melone, pera, vegetale e floreale, Palate asciutto, leggero con alcune note polverose. Lineare, di medio corpo. 85p Dosnon & Lepage Recolte Brut 2009/2010 86p Mercier Brut 2009/2011 Color limone mediamente intenso. Naso tostato e fragrante. Sottili note tropicali e di brioche. Un po' polveroso al palato. Di media lunghezza. facile da bere. Colo limone con riflesso pesca mediamente intenso. Naso aperto di mela ossidata, con una presenza di legno. Palato spumoso, ampio e sostanzioso mouth-feel. Molto vinoso ma non così complesso ed elegante. Ciononostante fruttato e pulito. 85p Comte Audoin de Dampierre Demi-Sec 2009/2010 86p Jacquart Demi-Sec 2009/2011 Color limone mediamente intenso. Naso rotondo e maturo, piacevolmente tostato, di polvere da sparo. Note vegetali Gusto mediamente secco con una bella purezza del frutto. ma manca di spina dorsale e complessità. Color limone mediamente intenso. Naso misurato, gentile di mela e pasticceria. Mousse spumosa, palato marcato di liquirizia e frutta matura. Spiccata personalità, di media lunghezza. Buon livello zuccherino, equilibrato e non eccessivo rispetto alla struttura. 85p Jacquesson Brut Cuvée No 733 2009/2013 85p Charles de Villenfin Brut 2009/2010 Colore mediamente intenso con una tonalità pesca. Naso di mela rossa, tabacco e leggera volatile, con note di spezie, legno vecchio e polvere. Fruttato e asciutto al palato. Spigoloso e monodimensionale oggi,l necessita di tempo per esprimere il suo charm. Color limone-dorato mediamente intenso. Naso tostato e morbido, di caffè e fudge. Gradevole complessità autolitica. Il palato è meno intenso e profumato del promettente naso. Media lunghezza e buona evoluzione nel bicchiere. Bella mineralità di pietra focaia. 85p Alain Thiénot Brut 2009/2013 Color limone mediamente intenso. Naso aperto, cremoso, lattico, con frutti bianchi e vaniglia. Molto secco e un po' ruvido al palato. Lungo e lineare. Richiede affinamento in bottiglia per sbocciare. 85p Camille Bonville Brut Selection Blanc de Blancs 2009/2011 Color limone-verdognolo pallido. Naso fruttato e fresco, di pera e lime. Palato lineare e solido. Di media lunghezza e molto secco. Non molto complesso, manca di complessità autolitica. 85p Bonnaire Brut Tradition 2009/2011 Color limone mediamente intenso. Naso di vaniglia e mela tagliata, profumato di frutta matura. Fruttato e piuttosto pulito. Fresco, ma non molto raffinato o strutturato. 85p Bonnaire Brut Variance Boisé 2009/2012 Color limone intenso. Naso evoluto di lana bagnata, frutta secca, mela rossa e arrostito. Di medio corpo, ampio e rotondo, semplice al palato, manca di concentrazione, finezza e spina dorsale. I M I G L I O R I C H A M P A G N E N O N - M I L L E S I M A T I 57 FINE Champagne

85p A. Robert Brut 2009/2010 Color limone-dorato intenso. Naso complesso e vinoso, di cinnamomo e mela tagliata. Ampio e rotondo, con sufficiente freschezza. Manca di finezza e intensità del frutto. 84p Marguet Pére & Fils Grand Cru Brut Reserve 2009/2010 Color limone pallido. Naso lattico, con yogurt e miele. Lattico al palato, in modo eccessivo. Di medio corpo e fresco. 85p A. Chauvet Brut 2009/2010 Color limone mediamente intenso. Naso aperto, morbido di frutti rossi e fudge, con note un po' polverose. Potente al palato, con una mousse piacevolmente spumosa. Di media lunghezza, con un bel finale fruttato. 84p Dosnon & Lepage Recolte Noir 2009/2010 2009/2011 84p de Dampierre Grande Cuvée Brut Giallo paglierino scarico. Naso morbido, delicato, floreale di chardonnay. Cremoso e fine ma non molto complesso. Solida qualità di base. Comte Color limone mediamente intenso. Naso di mela e tabacco, floreale e polveroso. Un po' vuoto in bocca, manca di intensità ed eleganza. 84p Charles Lafitte Cuvée Speciale 2009/2011 Color limone mediamente intenso. Naso floreale e aggrumato, con note di brioche. Al palato appare chiuso, con un dosaggio non in piena armonia col corpo. Di medio corpo, fresco e vivace, una mousse un po' ruvida. 84p Charles Mignon Brut Premier Cru 2009/2010 84p A. Robert Cuvée Le Sablon Brut 2009/2010 Color limone-verdognolo pallido. Naso elegante, aperto di frutti bianchi e verdi, con una gradevole complessità di lievito. Un po' chiuso, corto, inespresso. Colore giallo limone intenso. Naso morbido di mela matura, limone e tostato. Alcune note polverose, accentuate al palato. Palato mediamente intenso, di buona freschezza ma con una mousse un po' ruvida. Fruttato e fresco, alcune note terrose gli rubano eleganza. 84p André Clouet Brut 2009/2012 Colore dorato intenso. Naso morbido, rotondo e rustico di vaniglia, cera, fiori e mela rossa. Meno interessante al palato. Leggermente vuoto e ruvido. Finale minerale di media lunghezza. Manca di intensità e charm. 84p Besserat de Bellefon Cuvée des Moines Blanc de Blancs 2009/2010 Color limone-verdognolo pallido. Naso di limone e paglia, affumicato e minerale. Erbaceo e leggermente polveroso. Magro, dal gusto molto secco. Rinfrescante e semplice. Manca autolisi, e complessità e fascino di uno champagne. 84p David Léclapart L´Apôtre a Trépail Blanc de Blancs Extra Brut Color limone mediamente intenso. Tostato e di nocciole, rivela aromi aggrumati. Note di lievito. Molto tostato, quasi arrostito al palato, pungente, con note di lievito simili a uno sherry fino. 2009/2011 84p David Léclapart L´Àrtiste Premier Cru Blanc de Blancs Extra Brut 2009/2010 Color limone mediamente intenso. Naso cremoso, lattico, con un frutto pulito e note di mela ossidata. Retrogusto pungente, molto secco, da sherry fino. Lungo e lineare. 83p Collard-Picard Cuvée Selection Brut 2009/2010 84p Duval Leroy Brut 2009/2011 Color limone mediamente intenso. Naso deliberatamente ossidato, di mela rossa, spezie e polvere. Ricco, con note legnose e speziate anche al palato. Ampio e vino. Lungo. Color limone aranciato mediamente intenso. Naso semplice, fruttato, dominato dai frutti rossi, con un po' di volatile. Non così fine, una certa complessità autolitica. Un certo impatto di lievito fresco. Palato di frutta fresca non molto lungo, ma rispondente alle sensazioni nasali. Aromi d'arancio e agrumi. Tipico nello stile, ma ricco di personalità. Molto divise le nostre opinioni. 84p Richard Fliniaux Blanc de Blancs 2009/2010 Color limone pallido. Potenza, affumicato e mineralità mancano della ricchezza dell'autolisi. Palato vegetale e magro, di medio corpo. Austero, manca dello charm di uno champagne. 84p Maxime Blin Carte Blanche Brut 2009/2010 Colore dorato intenso. Naso morbido, rotondo e rustico di vaniglia, cera, fiori e mela rossa. Meno interessante al palato. Leggermente vuoto e ruvido. Finale minerale di media lunghezza. Manca di intensità e charm. 58 FINE

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62 FINE

FINE GADGET Più vino da una bottiglia Cominciò tutto per una bottiglia di Chateau Latour 1959 in uno dei migliori ristoranti di Montecarlo. Una ottima cena tra amici si concluse con il dispiacere di aver lasciato da buttar via un intero bicchiere di vino nella bottiglia, come si è soliti fare per allontanare i sedimenti durante la decantazione. Uno dei commensali, Rudolf Gantenbrink, visti gli alti costi e l'assurdo spreco di questa pratica decise di trovare il modo per consumare quel ultimo bicchiere. VINOPUR L'idea di Gantenbrink non era certo nuova. Negli anni sono stati ideati molti metodi per cercare di filtrare i depositi dal vino, ma mai con grande successo. Alcuni si sono rivelati troppo filtranti, facendo perdere al vino il suo aroma, altri troppo poco, lasciando il vino torbido. Anche i filtri per il caffè non sono risultati adatti, avendo la tendenza a cedere gusti indesiderati. Gantenbrink, appassionato di vino, grafico e progettista autodidatta di alcune recenti invenzioni della robotica, si dedicò fermamente a risolvere questo dilemma di vecchia data che aveva afflitto tanti consumatori suo compatrioti. Venendo da una rinomata dinastia di vetrai, la Glasshütte Limburg, fu naturale per lui cercare di usare il vetro come agente filtrante, tanto più che il vetro ha il vantaggio di non cedere alcunché al vino. Le particelle del sedimento del vino sono così sottili che sarebbe impossibile produrre in filtro sufficientemente fine forando il vetro o colandolo in uno stampo. Gantenbrink ha trovato la soluzione in un nuovo metodo per cui delle minuscole perle di vetro vengono riscaldate a una temperatura alla quale fondono, saldandosi assieme e formando così una rete di piccoli passaggi abbastanza larghi da far passare il vino ma sufficientemente piccoli da trattenere i sedimenti. E' stato solo con una lunga sperimentazione su varie misure delle perle di vetro, che ha raggiunto il risultato desiderato. Il risultato è Vinopur, un resistente e solido filtro per il vino testato con successo un'infinità di volte, che non richiede alcun materiale di consumo. E' stato usato efficacemente per più di 1200 volte dai soli sommelier del Hotel de Paris a Monaco. La sua genialità sta nella semplicità ­ dopo decantazione, il vino viene versato nel Vinopur che è stato posto sopra un bicchiere o decanter. In pochi minuti ne esce un vino limpido e privo di sedimenti. Fatto in vetro industriale, il filtro può essere lavato in lavastoviglie e anche essere asciugato all'aria dopo sciacquatura con acqua pulita. La sciacquatura dopo l'uso è essenziale altrimenti si possono formare delle incrostazioni se i sedimenti sono lasciati asciugare nel filtro. I Porto Vintage tendono a bloccare il filtro se non viene sciacquato accuratamente. Con il tempo si può in ogni caso macchiare oppure e possibile che si formi della muffa se il filtro non è stato lavato a dovere. Questo potrebbe dare spiacevoli cessioni al vino, pertanto in questi casi è utile utilizzare il set di pulizia acquistabile da Vinopur, che renderà il filtro come nuovo. I grandi vini si meritano Vinopur. La semplicità, il ritorno economico e la sicurezza del successo sono ragioni sufficienti per investire in questo utile gadget. Ma oltre a questo, c'è la soddisfazione e il piacere che deriva dal bere quel ultimo bicchiere di Latour 1959. Prezzo: 110 euro Acquistabileda Paulson Rare Wine Sitoweb:www.rare-wine.com E-Mail: paulson@rare-wine.com V I N O P U R 63 FINE Gadget Questa sezione presenta gadget che migliorano il piacere della degustazione.

LesAmoureuses Chambolle Musigny 1928 Testo: Gianpaolo Giacobbo Avevo percorso molte volte quella strada con mio nonno, seduto nel sedile davanti, come i grandi, allora le norme stradali lo permettevano. Oggi mi ritrovo a qualche anno di distanza sulla stessa strada, molte cose sono cambiate, non abito più in Francia ma in Italia. Mi fermo a Chambolle Musigny dove mi aspetta un signore di ottanta anni, proprio come mio nonno che purtroppo ora non c'è più, vuole vendere le bottiglie della sua cantina. E' una giornata ovattata di febbraio i suoni vengono assorbiti da una foschia diffusa e in lontananza si sente un cane abbaiare. L'unico suono oltre a quello di un vecchio cancello in ferro che si apre. Il nonno ha un aspetto dolce e comunicativo, mi accoglie con un sorriso. Mi invita ad entrare in casa direttamente in cucina. Ci sediamo al tavolo abbigliato con una tovaglia in plastica e fioracci, probabilmente molto comoda da lavare ma dal gusto quanto meno discutibile. Cosa la porta in Francia a comprare vino mi chiede. Molte cose, la voglia di tornare in Francia di tanto in tanto, l'amore per la Borgogna, il lavoro sicuramente ma tornare da queste parti significa per me riappropriarmi del mio passato che vuole sfuggirmi. Capisco presto che li piaccio, ho passato l'esame. Venga, venga con me mi dice. Scendiamo le scale dalla pedata troppo piccola per il mio piede ma 64 arriviamo alla cantina, buia tanto che devo aspettare qualche minuto che il mio occhio si adatti a condizioni di luce cosi flebili. Eccole mi dice. Pian piano scorgo un Magnum di Comte de Vogue 1974, alcune casse impolverate , tutti vecchi borgogna, alcuni non li conosco altri molto bene. Che meraviglia esclamo. E' la mia vita mi dice lui. Ogni bottiglia un ricordo ogni ricordo un amico. Oramai ... e non finisce la frase mentre tiene in mano una vecchia bottiglia presa da un sottoscala tanto misterioso quanto inquietante. Io non ci sarei mai entrato li. Una bottiglia senza etichetta, fatta a mano me ne accorgo dalla forma irregolare.Se vuole le vendo anche questa. E' senza capsula, questa è da bere. Sul fondo esterno della bottiglia una piccola etichetta scritta a mano. "Chambolle Musigny Les Amoureuses 1928". Lavoravo alla Comte de Vogue. Quando andai in pensione mi regalarono questa bottiglia del 1928 l'anno in cui sono nato io. Bah sarà da buttare ma se la vuole per ricordo. Grazie la prendo volentieri sono onoratissimo di questo suo gesto. FINE

Aperta il 10/01/10 Chambolle Musigny Les Amoureuses 1er Cru 1928 Domaine Comte Georges de Vogue (98) Occhio: granato ramato brillante vivo lievemente velato Naso: L'aspetto olfattivo inizialmente è ancora confuso da note riduttive, ma si intusice fin da subito che il vino è in splendida forma dopo qualche minuto è fine ed elegante si fanno spazio note di cuoio, e balsamiche di eucalipto di erbe officinali, cacao e menta. Dopo qualche minuto di attesa nel bicchiere escono note floreali secche di pot pourri, quindi le note più ossidative ma leggere del tarassaco. E' ancora succulento e voluttuoso. Stimola la salivazione solo annusandolo, continua ad evolversi, note speziate di incenso, caffè in polvere. Sembra non volere cedere, figlio di un'annata difficile è abituato a combattere fin dalla nascita, escono note di agrumate, note dolce di glassa, marron glacer, confetto, marasca sotto spirito, prugna secca, dopo circa un ora e mezza di bicchiere cede il passo all'ossigeno e tende a distendersi. Bocca: In bocca è setoso dall'attacco sapido, note di rabarbaro, liquirizia, radice, suadente, corteccia di china è integro nonostante l'età, belle le note di cacao in polvere, nocciola, acidità vivida e presente, il tannino ancora presente su tutto il palato evidenzia una struttura impeccabile finale persistente, quasi didattico, si chiude su un sapore di caffè. C O L U M N 65 FINE Vintage

Global Auction Event Presented Live in Two Locations Orange County, California Friday, September 24, 2010 Hong Kong Peninsula Hotel Saturday, September 25, 2010 CONSIGN BY AUGUST 6, 2010 Call a wine consignment specialist to discuss your buying and selling needs. Register to bid using code FINESEPT to receive a complimentary auction catalog. Ask about our quick consignor payments and cash advances. 888.982.1982 in the United States +1.949.748.4845 International 18061 Fitch · Irvine, CA 92614 U.S.A info@spectrumwine.com www.SpectrumWine.com 66 SWA FINE 6.23.10 FINE

Wine italy Weekend L FiNE-Das WEiNmagaziN, EDizioNE tEDEsca Di FiNE, ha orgaNizzato uN EvENto Di trE giorNi a FraNcoFortE coN PEkka Nuikki. tEma cENtraLE DELL'EvENto EraNo i migLiori viNi itaLiaNi. EraNo PrEsENti aNgELo gaja E iL WiNEmakEr Di orNELLaia, avEL hEiNtz. DuraNtE L'EvENto soNo stati sErviti cENtiNaia Di viNi E moLtE sPLENDiDE cENE E PraNzi. Di sEguito uN PiccoLo sommario DEi migLiori viNi DEgustati. o scorso maggio Il Dr. Tom Drieseberg di Weingut Geheimrat J. Wegeler e Angelo Gaja. W I N E W E E K E N D 67 FINE We e k e n d

Fine italy W eekend o rN E L L aia Ornellaia 1997 ................93p Ornellaia 1985 ..................93p Ornellaia 2002 ..............92p Ornellaia 1999 ..................92p Ornellaia 2003 ...............91p Ornellaia 2004 .................91p VertiCal 1985-2006 ristorante Burg sonnenBerg Ornellaia 2006 ................87p Ornellaia 1996 .................87p Ornellaia 1993 ..................87p Ornellaia 1994 .............. 86p Ornellaia 2000 ................85p Ornellaia 1990 .............. 90p Ornellaia 1995 ............... 90p Ornellaia 1998 ............... 89p Ornellaia 2001................. 89p Ornellaia 1987 ............... 89p Ornellaia 2005.................88p m a s s E to Masseto 2003 ............... 94p Masseto 1995....................93p Masseto 2000..................93p Masseto 1999 ..................91p Masseto 1998 ....................91p Masseto 1990 ................. 90p VertiCal 1987-2006 ristorante Burg sonnenBerg Masseto 2006 ...............85p Masseto 1994 ................ 84p Masseto 1997 ................ 89p Masseto 1987 ................... 89p Masseto 2004 ...............88p Masseto 2002 ................88p Masseto 2005 ..................87p Masseto 2001 .................87p g E h E i mrat j Geheimrat 1983 .............. 94p Geheimrat 2001...............93p Geheimrat 1992 ...............92p Geheimrat 2003..............92p Geheimrat 2005...............91p Geheimrat 1990.............. 90p Geheimrat 1993 .............. 90p VertiCal 1983-2007 king kameHameHa suite FranCoForte Geheimrat 1989 .............. 90p Geheimrat 1999 .............. 89p Geheimrat 1994 .............. 89p Geheimrat 2004 ............ 89p Geheimrat 2002..............88p Geheimrat 2006 .............88p Geheimrat 1996 ...............88p Geheimrat 1997 ...............87p Geheimrat 2007 ..............87p Geheimrat 1998 ...............87p Geheimrat 2000 ............ 86p Geheimrat 1995 ...............85p Geheimrat 1986 ...............85p Weingute Wegeler Geheimrat J Rheingau Riesling 30 a N Ni Di B arBErE sco Cena Con angelo gaja ­ 1974-2004 Hotel Villa kennedy FranCoForte Barbaresco Angelo Gaja 1990 .................90p Barbaresco Angelo Gaja 1999 .................. 89p The best Barbarescos: Barbaresco Angelo Gaja 1974 .................. 92p Barbaresco Angelo Gaja 1997 ................... 91p Barbaresco Angelo Gaja 2001 .................90p 68 FINE

m a s sE to : LE migLiori aNNatE di P Ekka N uikki 1990 massEto tENuta DELL'orNELLaia 91 P Colore porpora intenso e profondo. Naso pronunciato di bacche nere, mature e dolci ­mirtilli,more, speziato e un tocco di vaniglia da legno nuovo. Il palato di grande corpo rivela una acidità equilibrata con intensi aromi, ricco fruttato e struttura tannica raffinata. Godibile e delizioso già ora. Ha buono complessità che sostiene un finale esplosivo. Non credo potrà migliorare col tempo. 1994 massEto tENuta DELL'orNELLaia 92 P Colore davvero scuro, denso, rosso profondo. Un merlot profondo e intenso, che esibisce aromi potenti di bacche, menta e cassis, e aromi di legno nuovo. Esplosivo ma molto elegante e opulento; bellissimi tannini vellutati e finale lungo, speziato, grasso e succulento. Pronto già ora, invecchierà bene per qualche decennio. 1995 massEto tENuta DELL'orNELLaia 87 P Colore leggermente evoluto, rosso mattone ma limpido e piuttosto intenso. Naso ben maturato, con note di terra, essenze di frutta, bacche nere, cedro, caffè e cioccolato. Un grande vino di medio corpo, già maturo ed evoluto nonostante la giovane età. Questo vino conserverà sempre le sue caratteristiche note verdi e il tannino in qualche modo ruvido ma, con esse, anche la freschezza. Al suo meglio tra 3-5 anni. 1997 massEto tENuta DELL'orNELLaia 94 P Masseto è un merlot in purezza prodotto da Tenuta dell'Ornellaia sin dal 1986. E' da molti considerato il "Petrus d'Italia". Nel 1997 la primavera precoce ha incoraggiato un fioritura anticipata, tuttavia una gelata a metà aprile e piogge consistenti alla fine del mese, non avevano fatto ben presagire per l'annata. Al contrario, maggio portò tempo mite e asciutto nella zona di Bolgheri. L'estate fu calda e la vendemmia fu fatta nelle migliori condizioni tra il 25 agosto e la prima settimana di settembre. Il clima caldo e asciutto portò acini piccoli e dalla buccia spessa. Così il raccolto fu molto limitato ma di grande qualità. Probabilmente uno dei migliori Masseto. Colore scuro rubinoporpora. Naso potente e intenso dominato da mora e vaniglia, legno nuovo, erbe aromatiche, olive nere, cioccolato, agi di pino. Ben equilibrato, struttura potente con un frutto scuro, intenso, raffinato. Il finale lungo, minerale e di gran classe è delicatamente ricco e piuttosto armonioso. Questo vini ha un ampio potenziale di invecchiamento. legno nuovo. Persistenza lunga e strutturata che lascia un gusto veramente fresco. 2000 massEto tENuta DELL'orNELLaia 87 P Rubino mediamente intenso. Il naso rotondo intenso e opulente è piacevole con i suoi aromi tostati, speziati e di cioccolato. Al palato, potente esibisce una fine armonia tra in frutto, scuro, intenso e maturo, la moderata acidità e i tannini solidi e farinosi. Gli aromi ricchi, terrosi del medio palato, con cuoio e liquore alla ciliegia suggeriscono una certa evoluzione. L'elevata gradazione alcolica garantisce un lungo e caldo finale. 2001 massEto tENuta DELL'orNELLaia 95 P Colore molto ricco e denso. Al naso echeggiano aromi di caffè tostato, vini mielati con note di frutta secca, e legni aromatici. Dolcezza voluttuosa, acidità moderatamente alta e intenso fruttato con una buona struttura rendono questo elegante e strutturato vino decisamente godibile già adesso. L'immensa lunghezza è assolutamente incantevole. La componente alcolica piuttosto alta è ben integrata, e la densa e godibile trama è molto fitta. Uno dei migliori Masseto mai prodotti. 2002 massEto tENuta DELL'orNELLaia 88 P Colore rubino limpido e moderatamente intenso. Aromi complessi e delicati di frutti neri maturi, cioccolato bianco e legni aromatici penetrano attraverso un naso particolarmente chiuso. L'acidità moderatamente alta e i tannini solidi e maturi, ma duri, sono in buon equilibrio e risultano in armonia con questo vino vigoroso e polposo. Note di legno speziate e ben integrate. Il finale lungo, speziato e di pieno corpo è sottolineato da tannini rugosi. Vino con un certo potenziale ma non così affascinante al momento. 2003 massEto tENuta DELL'orNELLaia 93 P Colore scuro, denso, quasi nero. Il naso è pronunciato e fitto di marmellata di frutta e un travolgente cassis, liquirizia e aromi di legno nuovo. Il palato è decisamente pieno e solido con un fruttato concentrato e una forte, anche se integrata presenza di legno nuovo. Un blockbuster, concentrato, con tannini molto maturi, acidità equilibrata e alcolicità evidente. Mouthfell voluttuoso e persistente e finale tannico e glicerico. Necessità di molto tempo in bottiglia per migliorare l'amalgama. Al suo meglio tra cinque-dieci anni, vi rimarrà per almeno quindici. 2004 massEto tENuta DELL'orNELLaia 89 P Colore rosso rubino-porpora intenso. Naso speziato estremamente concentrato ed elegante, dominato dal legno. Note di mirtillo maturo, panfrutto e caffè. Struttura potente e sofisticata data da una media acidità, tannini maturi potenti e polverosi e bacche mature. Lungo finale con accenni di aromi speziati, cioccolato e caffè. Alcol molto elevato me ben integrato nel medio palato. Nel complesso un'annata elegante, con un'eccellente struttura tannica e acida. L'attuale mancanza di un fruttato intenso lascia presagire che non ci sia speranza di un grosso potenziale di invecchiamento. L'eccessiva gioventù tuttavia non rende giustizia a questo vino. Migliorerà velocemente nei prossimi anni e arriverà al suo meglio probabilmente in dieci. 1998 massEto tENuta DELL'orNELLaia 90 P Color rubino moderatamente intenso. Naso ampio, complesso e in evoluzione, con note di caffè crudo, cedro e aromi terrosi combinate a note di more mature. In bocca di grande corpo, ricco di estratto, con tannini raffinati. Molto intenso, con aromi vanigliati e note di legno evidenti ma ben bilanciate al frutto. Il lungo finale è sostenuto dall'alcol e dalla glicerina con ritorni di liquirizia. 1999 massEto tENuta DELL'orNELLaia 91 P Colore rosso porpora scuro moderatamente intenso. Al naso, seducente e opulento, è ampio e pieno di note do legno tostato, caffè e liquirizia. Al palato è pronto e maturo ma fresco per la vivida acidità e i solidi, quasi duri tannini. Un gusto intenso e maturo di mora si combina con un delizioso aroma tostato e speziato di dolce W I N E W E E K E N D 69 FINE We e k e n d Fine italy W eekend

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G ustav Nybom e la americano Testo: Pe k ka N u i k k i nascita del sogno Il 18 ottobre 1867 il sole scaldava la folla che si era radunata per testimoniare l'ultima volta in cui la bandiera della Russia sarebbe stata issata a Sitka, in Alaska. Un giovane marinaio finlandese allampanato seguiva, tra gli altri, l'evento, con speranza ed eccitazione. Per lui, l'ammainabandiera era la chiave del futuro e per ognuno dei presenti si trattava di un momento storico, in quanto la bandiera issata il giorno dopo sarebbe stata quella degli Stati Uniti, un Paese che aveva appena acquistato il territorio dalla Russia per 7,2 milioni di dollari. Nel bel mezzo di questa cerimonia storica, la bandiera russa si avvolse ostinatamente attorno all'asta bloccando i procedimenti finché un marinaio russo si arrampicò per liberarla. Era come se la Doppia Aquila semplicemente rifiutasse di fare strada alle Stelle e Strisce. Il giovane marinaio finlandese si chiamava Gustav Ferdinand Nybom. Mentre presentava gli ultimi omaggi alla bandiera della Russia, Gustav non sospettava minimamente il ruolo che egli stesso avrebbe presto giocato nella storia del vino della sua nuova patria adottiva. I N G L E N O O K 83 FINE History

Il ventiduenne capitano di mare nasceva a Helsinki nel 1842. Gustav Nybom adorava il mare, e lo aveva amato sempre più da quando, all'età di quindici anni, servì come mozzo su una nave che navigava verso l'Alaska. Nybom, giovane intelligente, imparò presto che non poteva arrivare molto oltre la posizione del mozzo con le sole conoscenze e competenze di un marinaio semplice. All'età di 17 anni si iscrisse all'Accademia Marittima di Helsinki, alla quale si laureò con lode. Alla tenera età di 22 anni ricevette il suo primo incarico come capitano di mare. Erano passati sei anni dall'ultimo viaggio in Alaska del giovane Nybom, al tempo in cui ritornò nel 1864, questa volta come capitano. Sebbene molti credevano che l'acquisizione di questo territorio vasto e ghiacciato fosse un errore e uno spreco, Gustav vide delle enormi possibilità finanziarie nelle risorse naturali dell'Alaska. Per i tre anni successivi girovagò sui suoi campi di neve, stabilendo rapporti di lavoro con i cacciatori di pellicce e acquistando da loro un'enorme quantità di pelli di foca. Accordo di monopolio Lo stesso anno in cui la bandiera americana fù issata a Sitka, il capitano Nybom navigò da San Francisco con oltre un milione di dollari di valore in pelliccie di foca e di altri animali da pelliccia. Comunque sia, la conoscenza che egli possedeva del nuovo territorio statunitense e delle sue risorse naturali si rivelò più preziosa persino del carico trasportato sulla nave. Assieme a pochi altri commercianti di pellicce, Nybom avviò la Alaskan Commercial Company, per conto della quale fù presto in grado di acquisire diritti esclusivi nell'industria del commercio delle pellicce dell'Alaska. L'accordo, firmato con il governo degli Stati Uniti, concesse alla società il permesso di portare dall'Alaska 100 mila pellicce l'anno, pagando una tariffa. L'accordo si dimostrò particolarmente lucrativo per il governo, che nei pochi anni che seguirono guadagnò più di 2,7 milioni di dollari, più di quanto avrebbe guadaganto se avesse acquistato l'intera operazione commerciale. Grazie al suo monopolio, l'Alaskan Commercial Company diventò leader mon- diale nella intermediazione nel commercio di pellicce e il capitano Nybom divenne un uomo ricco. Lafite o Inglenook? Ad un certo punto Gustav Nybom cambiò il suo nome in Gustave Niebaum. Il motivo per cui cambiò nome verso una variante tedesca è sconosciuto. La modifica del nome potrebbe essere stata il risultato del suo matrimonio con la tedescaamericana Susan Shingleberger nel 1973. Fù a quel tempo che il nostro bravo capitano diventò uno degli uomini più ricchi d'America e fù pronto per uno stile dei vita meno impegnativo. Poiché la sua sposa non condivideva la sua passione per il mare, i due si dispose- Gustave Niebaum 84 FINE

I N G L E N O O K 85 FINE History

ro alla ricerca di un interesse comune. Durante i suoi primi viaggi in Europa, Niebaum si interessò sempre più alla cultura e alla produzione del vino. Quando i suoi collaboratori acquistarono dei vigneti una decina di chiliometri da casa Niebaum, anche Gustave si interessò alla regione. Il tempo era maturo. La California era attraversata da un boom del vino che poteva essere paragonato alla corsa all'oro. La regione aveva già una lunga storia di produzione vinicola, che risaliva ai tempi precedenti l'ammissione dello Stato all'Unione. Nuovi vigneti germogliavano a dozzine nell'area che circondava Los Angeles e nelle valli di Sonoma e Napa. Nella sola Napa Valley, c'erano all'epoca 65 aziende vinicole, cinque volte tante rispetto al 1980. Dopo aver preso la decisione di fondare la propria azienda vinicola di prima classe, Niebaum e sua moglie viaggiarono in tutta Europa in cerca di un luogo adatto. La fortuna di Gustav in quel momento superava i 10 milioni di dollari, cosa che lo rendeva in grado di considerare seriamente l'acquisto di uno di Grand Cru della regione di Bordeaux. Gustav imparò a conoscere e ad amare i vini provenienti da queste proprietà dai suoi numerosi viaggi in Europa. Comunque sia, quando i Niebaum visitarono la Napa Valley, l'assoluta bellezza del luogo esercitò un'effetto indelebile su di loro. Dopo aver accuratamente esplorato ciò che offriva il mercato, acquistarono una fattoria vicino al comune di Rutherford nel 1879 per 48 mila dollari. Posizionata proprio nel cuore della contea di Napa, la fattoria si chiamava Inglenook, che in scozzese significa "angolo del focolare". Il nome affascinò Niebaum che decise di conservarlo. Egli acquistò inol- tre, tre appezzamenti di terreno aggiuntivi, che portarono l'area totale del vigneto a 202 acri. Una cantina da milioni di litri 300 Niebaum si avvicinò alla produzione di vino con la stessa convinzione e ingenuità che aveva utilizzato per accumulare la sua vasta richezza. Il suo obiettivo principale era migliorare la qualità dei vini californiani, che a quel tempo avevano una pessima reputazione. Quasi tutto il vino era spedito in botti via nave fino alla East Coast, dove mercanti affamati di profitto lo compravano, spesso lo mescolavano con succo d'uva a buon mercato, al solo fine di massimizzare i profitti a breve termine. In alcuni casi, le bottiglie mostravano etichette contraffatte provenienti da vigneti francesi. Niebaum si rifiutò di invischiarsi in tali pratiche d'affari per quanto poteva riguardare i suoi vini eccellenti di Inglenook. Al fine di assicurare le giuste condizioni per i suoi vini, egli realizzò una nuova struttura di 86 FINE

produzione in grado di soddisfare i più recenti requisiti di qualità. Fù proprio questa nuova struttura a fare di Inglenook la prima casa produttrice di vini in California, forse persino la prima al mondo a imbottigliare in casa la sua intera produzione. La decisione anticipava i tempi di decenni, specialmente considerando che le proprietà più pregiate di Bordeaux, per fare un esempio, sarebbero state in grado di imbottigliare i loro vini solo 50 anni più tardi. La solida situazione finanziaria di Niebaum gli permise inoltre, di conservare i suoi vini in cantina per alcuni anni, cosa mai sentita fino ad allora negli Stati Uniti. Nel 1884-1887 egli costruì un'enorme cantina per i vini in stile gotico espressamente per questo scopo. La cantina possedeva un'incredibile capacità di 300 milioni di litri. Adiacente la cantina un'incantevole sala per le degustazioni sul modello della cabina di una nave, con pareti adornate dalle opere d'arte dei massimi artisti europei contemporanei. La cantina e la sala degustazioni si trovano ancora nelle loro condizioni originali e sono meta di pellegrinaggio per i turisti del vino a Napa. Negli anni Niebaum ha collezionato quasi ogni pezzo letterario mai scritto sulla coltivazione e sulla produzione di vino. La sua biblioteca in tema di vini è considerata ancora la più estesa al mondo. Potendo parlare fluentemente molte lingue come il francese, il tedesco, l'italiano e lo spagnolo, Niebaum attraverso la sua bilbioteca riusciva ad istruirsi e ad acquisire le risorse per sfidare, con la sua conoscenza, anche il più esperto e talentuoso dei produttori di vino. Nel 1882 Inglenook pro- I N G L E N O O K 87 FINE History

dusse la sua prima vendemmia sotto la proprietà Niebaum. Comunque sia, il vino non raggiungeva ancora gli standard di qualità Niebaum e l'intera produzione di 300 mila litri fù venduta all'ingrosso a un grossista di San Francisco. Al fine di migliorare la qualità, Niebaum sostituì la maggior parte dei suoi vini con varietà europee. lità presto iniziarono a dare i loro frutti. Nell'autunno del 1886 molti dei vini di Inglenook furono presentati alla Wine and Spirit Trader's Society a New York, dove vennero dichiarati i vini più pregiati mai prodotti in California. Valley fioriva, come in una vera e propria età dell'oro. Alla sua morte nel 1908, il capitano Niebaum era diventato uno degli uomini più ricchi e di maggior successo in America. La sua storia, iniziata con un mozzo finlandese non in grado di parlare una sola parola di inglese, ma alla fine capace di padroneggiare sette lingue, è soltanto uno degli esempi di pionierismo che hanno contribuito alla creazione del mito del sogno americano. Questo sogno è stato rivissuto nel 1975, quando il famoso regista cinematografico Francis Ford Coppola, comprò Inglenook e ne fece la sua casa, continuando con successo la tradizione della produzione di vini pregiati. Francis Ford Coppola continua il lavoro di Gustav Nybom Gli investimenti di Niebaum nella produzione di vini di qua- 88 FINE

Ing l e n o ok : L e m ig l ior i a n nat e de g u s tat e (Pekka Nuikki) 1897 Inglenook Pinot Noir 85p 1946 Cabernet Sauvignon Inglenook 96p 2002/2010 x2 D 30 min / G 1 h Questo vecchio, ma in salute Pinot Noir "finnico" è stato acquistato ad un'asta di Bonhams & Butterfield più di 10 anni fa. Il livello era basso di 5 cm e mancava la capsula. Colore bellissimo rosso scuro e intenso. Naso insolito, un po' dolce, di cioccolato, con un tocco di cuoio e terra. Un vino intenso, caldo, di grande corpo. Fruttato ancora presente e godibile, altrettanto i tannini. Difetta soltanto per mancanza di acidità e per un retrogusto troppo secco e pungente. In ogni caso siamo in presenza di un bevibilissimo pezzo di storia. Nemmeno nei sogni più arditi, il Capitano Niebaum avrebbe immaginato che uno dei suoi vini sarebbe finito, un centinaio di anni dopo nella sua città d'origine per essere gustato da suoi compatrioti - sarebbe stata un'esperienza memorabile per chiunque, così come lo è stata per noi. Un vino eccezionalmente raro, e certamente uno dei più chiacchierati quest'anno. 2007/2010 x2 D 45 min / G 1 h Questa è stata una annata calda e di alta qualità in Napa Valley, con una vendemmia insolitamente anticipata che è cominciata metà agosto. La bottiglia non ha etichetta, ma si presenta in ottime condizioni. Colore intenso, evoluto. Favoloso bouquet ricco, aperto, e molto varietale. Un vino gigantesco e potente, ricco di frutto e tannini morbidi. Grande corpo, maturo, con note esotiche e di cioccolato, con un lungo finale. Una vera sorpresa, per come si presenti in condizioni incredibilmente buone per la sua età. Un grandioso Napa alla sua piena maturità. Inglenook Cabernet Sauvignon Inglenook Cabernet Sauvignon Inglenook Cabernet Sauvignon Inglenook Cabernet Sauvignon Cask J-9 Inglenook Cabernet Sauvignon Reserve Inglenook Cabernet Sauvignon Inglenook Cabernet Sauvignon Inglenook Cabernet Sauvignon Cask 49 1946 96p 1947 80p 1949 85p 1952 97p 1958 97p 1964 86p 1965 87p 1965 91p Inglenook Cabernet Sauvignon Cask F-29 1966 79p Inglenook Cabernet Sauvignon Inglenook Cabernet Sauvignon Inglenook Cabernet Sauvignon 1970 82p 1973 84p 1978 88p I N G L E N O O K 89 FINE History

no. 35 1985 Sassicaia Tenuta San Guido (Tuscany) Testo:Pekka Nuikki aveva pensato di creare un vino per farne commercio; ha creato "non intenzionalmente" il vino più influente nella storia recente italiana. Le prime bottiglie di Sassicaia furono prodotte in piccola quantità nel 1948, e furono tutte bevute dal Marchese e dai suoi ospiti. Da allora sino ai primi anni '60, Sassicaia è stata una tenuta completamente privata e tutte le bottiglie furono consumate nella tenuta stessa. Ogni anno alcune casse venivano accantonate in cantina, così il Marchese poté constatare che il Sassicaia aveva grandi potenzialità d'invecchiamento. A metà degli anni '60 furono piantate due nuove vigne a Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Entrambe trovarono posto 300 metri più in basso sulla collina del vigneto originale; la prima constava di 10 ettari, la seconda, detta Aianova, di 3. Negli anni, i vini prodotti da queste tre vigne presero il nome di Sassicaia. Dopo più di 30 anni di sperimentazione e serio lavoro, nel 1970 il Marchese decise di lanciare nel mercato il Sassicaia 1968 usando la rete di distribuzione del cugino Antinori; il Sassicaia suscitò immediato scalpore. Ad una degustazione di Cabernet tenuta da Decanter a Londra nel 1978, il Sassicaia 1972 sbaraglio la concorrenza degli altri 33 vini francesi e californiani presenti, e da allora il Sassicaia è diventato uno dei vini più pregiati del mondo e tra i più richiesti tra collezionisti e investitori. (Traduzione Giacomo Basso) L'adagio secondo cui "dietro ogni grande vino si cela un grande uomo" è decisamente vero nella storia del vino. Molti dei vini oggi leggendari hanno visto la luce solo grazie all'impegno e alla lungimiranza di quegli innovatori del mondo del vino che hanno avuto il coraggio e l'intuito per creare qualcosa di fuori dall'ordinario per loro terre. Spesso questi personaggi hanno ridato vita e influenzato intere regioni viticole, che prima del loro successo avevano prodotto vini mediocri per decenni se non secoli. Se il Brunello di Montalcino deve le sue origini a Ferruccio Biondi Santi, Bodegas Vega Sicilia Unico a Domingo de Garramiola y Arbe, Château Musar a Gaston Hochar, Penfolds Grange a Max Schubert, Barca Velha a Fernando Nicolau de Almeida e Tignanello al Marchese Piero Antinori, così Sassicaia le deve al Marchese Mario Incisa della Rocchetta. Sassicaia nasce sotto la guida e l'intuito del Marchese Mario Incisa della Rochetta, di origini piemontesi, assieme all'assistenza dell'enologo di Piero Antinori, Giacomo Tachis. Negli anni '20, ancora studente a Pisa, il Marchese sognava già di creare un grande vino. Come per molti aristocratici italiani del tempo, i suoi vini preferiti erano i grandi Bordeaux ­ Chateau Margaux in testa. Nel 1940 si stabilì con la famiglia nei suoi tenimenti toscani, la Tenuta San Guido, distante poche miglia da Bolgheri, un piccolo paese sulla costa toscana. Vista la vicinanza col mare, Bolgheri non era mai stata considerata una zona favorevole alla viticoltura. Dopo varie sperimentazioni con innumerevoli varietà, il Marchese giunse a conclusione che il Cabernet era il vitigno che meglio rispondeva alla finezza di bouquet che stava cercando. Nel 1942 piantò un migliaio di barbatelle di Cabernet sul lato della collina rivolto a Castiglioncello, che secondo lui meglio riproduceva il terroir delle graves di Bordeaux "Graves" in francese, indica un terreno molto sciolto, sassoso; ugualmente sassicaia in dialetto toscano indica un terreno sassoso, proprio come il terreno di Castiglioncello, che ha dato il nome a questo vino. Fare un vino a base di Cabernet Sauvignon fu una decisione coraggiosa in quei tempi, quando ancora nessuno aveva considerato l'idea di piantare varietà bordolesi sul suolo italiano. Nonostante le proteste della gente del posto, iniziò le sue sperimentazioni sul Cabernet, mantenendo il business principale della famiglia, l'allevamento di purosangue da corsa. Mai infatti 99 p 1985 Sassicaia Tenuta San Guido (Tuscany) 2008/2020 x 11 D 1,5 h / G 2,5 h La miglior annata degli anni '80 in Toscana è stata di gran lunga la 1985. E il miglior vino italiano dell'annata è stato il Sassicaia. Questa annata è di un'altra categoria rispetto ad ogni altra di Sassicaia, anche della leggendaria 1972. Colore moderatamente intenso, rosso rubino. Naso molto ampio e complesso, di viola, mirtilli maturi, cioccolato scuro, legno di cedro, spezie e tabacco. Al palato, di media struttura, esibisce una fresca acidità e un frutto scuro molto dolce che accompagna tannini vellutati e maturi. In bocca risulta molto concentrato, sapido e lungo. Un vino veramente elegante con abbastanza energia da maturare bene ancora per anni se non decenni. 90 FINE

35 no. S A S S I C A I A 91 FINE Experience

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TesTo: Pekka Nuikki FoTo: Pekka Nuikki & Bugatti ­ La macchina di Mr Hyde e super macchine sono super spaventose. Hanno una volontà loro e sono difficili da gestire. La mia prima macchina, una jaguard tipo E, sportiva, con motore v12, era già di per sé una vista spaventosa ­ una superauto dell'epoca. La manovrabilità della Jaguard, paragonata alla capacità del suo motore, era vicina allo zero, specialmente quando dietro il volante c'era un ragazzo con una patente nuova di zecca in tasca. Anni dopo, avevo i sudori freddi e le ginocchia tremanti, mentre cercavo di guidare una Lamborghini Countach dal centro di Londra fino all'autostrada. Ho dovuto usare entrambe le mani per girare il volante e praticamente calpestare la frizione. E nonostante questo, i 400 e passa cavalli del motore hanno preso il controllo e ho dovuto inchiodare ad alcuni semafori prima di riuscire a sperimentare il piacere di guidare liberamente in autostrada. Da allora, ad esempio, sono riuscito a far sbattere lo specchietto laterale di una Ferrari Testarossa su un muro di cemento in un'autobahn tedesca, quando ho perso il posteriore della macchina in una leggera scivolata laterale a 270 Km/h. Inoltre, l'esperienza di una cooperazione fallimentare tra me stesso, il motore, la trasmissione e la frizione di una Lotus Esprit Turbo è stata decisamente spaventosa e impegnativa da gestire. Perciò, adesso potete immaginare cosa mi passasse per le testa mentre sedevo dietro il volante di una relativamente sicura Porche 911 Carrera 4 in viaggio verso Mölsheim, patria della superauto più spaventosa in assoluto: la Veyron Bugatti da mille cavalli. Se ero spaventato? Per niente. Mentre sapevo che l'angelo Bugatti ­ capace di superare un'auto di formula 1 ­ poteva spedirmi sulla luna, sapevo anche che il viaggio sarebbe stato morbido ed elegante come nella migliore limousine. La Bugatti Veyron è la macchina Jekyll e Hyde per eccellenza. Come nella storia di Robert Louis Stevenson però, anche in questo caso il bene trionfa sul male. L B U G A T T I 93 FINE Lifestyle

M ölsheim, appena all'interno del confine francese con la Germania, era coperta e nuvole scure sovrastavano la proprietà Bugatti, isolandola dal resto del mondo. Accanto alle strutture dedicate alla moderna produzione, stava la sede centrale della Bugatti, nel vecchio castello di St. Jean, che mostrava un'inquietante somiglianza con la casa di Norman Bates. Non ho dovuto sforzarmi per immaginare le forze malefiche che potevano essere nate in quei luoghi. Il suono stridulo della chiusura del cancello intensificò la sensazione che quello fosse un punto di non ritorno. Ho parcheggiato la mia Porsche davanti alle enormi porte d'ingresso del castello e con passi decisi mi sono diretto nella direzione opposta, verso l'entrata della moderna sala esposizioni, vicina ad esso. La pioggia iniziava a placarsi e le nuvole scure si fecero letteralmente da parte per lasciarmi passare, mentre entravo nella hall. La mia attenzione fu immediatamente rapita dalle due sinistre Veyron di fronte a me. I loro fanali sembravano spiare ogni mio movimento. Un momento mozzafiato. La Veyron era molto più bassa, larga e molto più cattiva di quanto mai avessi potuto immaginare. La macchina era tirata a lucido e appariva molto agile. Bugatti Veyron 16.4 e Pierre-Henri Raphael 94 FINE

Comunque sia, l'agilità non dovrebbe essere la prima cosa a venire in mente quando si parla di queste macchine sportive, con le loro enormi scatole di trasmissione, il loro robusto sistema di raffreddamento, la guida a quattro ruote motrici e ogni immaginabile sistema elettrico e di sicurezza, che portano la massa totale del veicolo vicina al peso di due tonnellate. La Veyron ha raddoppiato tutto, rispetto al suo predecessore, l'auto in produzione seriale più veloce al mondo, la McLaren F1, pesando approssimativamente 700 Kg in meno. Mi aspettavano dietro le due Veyron nere, Pierre-Henri Raphael, Pilota Ufficiale Bugatti e Georges H. Keller, Responsabile Affari Esteri. Ci accomodammo su uno dei tanti sofà al centro della hall, circondato da un tavolo carico di prelibatezze locali e bevande. In qualsiasi altro giorno il banchetto di fronte a me avrebbe ricevuto la mia completa attenzione, ma quel giorno, anche una tazza di te sembrava inappropriata all'occasione. George percepì la mia agitazione e distrusse istantaneamente il mio primo mito sulla Bugatti, promettendo che avrebbe tagliato corto con le presentazioni e mi avrebbe messo dietro il volante di una Veyron in non più di venti minuti. Supponevo di dover attraversare qualche protratta iniziazione sequenziale multilivello per accedere alla prova della Veyron, iniziando con un test QI e finendo con un controllo di passato criminale. E invece no, George mi assicurò che "Qualsiasi persona con una patente può semplicemente saltare dentro e andarsene ­ basta inserire la propria chiave e accendere il motore" e così iniziò i suoi venti minuti di presentazione. L I a storia del successo della Veyron Bugatti iniziò quando Ferdinand Piëch, ingegnere automobilistico che si distinse alla conduzione della Volkswagen, volle mostrare al mondo la superiorità tecnica del gruppo Volkswagen. Quando la Porsche 917 toccò i 407 km/h a Le Mans nel 1971, Ferdinand Piëch si dice abbia affermato "Voglio fare questo con una macchina normale". l gruppo Volkswagen, che fabbrica anche Audi, SEAT e Skoda, acquistò il tendone Bugatti nel 1998 e le affermazioni di Ferdinand iniziarono a diventare davvero la realtà. Originariamente si mirava a creare un veicolo che avrebbe mantenuto l'orgogliosa tradizione di stile, performance e raffinatezza tecnica creata da Ettore Bugatti. Il punto di partenza era nobile e ambizioso, ma quando Ferdinand Piëch annunciò nella prima riunione di produzione che il veicolo doveva avere mille cavalli, tutti la considerarono una battuta. "Non c'era alcuna possibilità di creare un mostro come quello, pensavano", continuò George. TE e, OR ich / M E. om re n S L eco vince AN DIA E M MON coltà i con rrere L fi d o DI dif RA rc n ce RIA GUER rsava capa ra pe eyro V TO A e d o IT ND rav stat squa ierre io e V O tt P la i a osse C una ille e n te una SE att ug ean f re in m , co i B (e J ra rre W atti rd trice La da ent i ene e g inc bb re a oti Pi tan Bu v s se mi. ola ie 57 della pri . pad . I pil s o o r i a a su Mans un di se quell varon ugatt o e ri a L iviser ssore ile a ta ar ia B della r re ol sim itto test nd s, co comp olto una v de v r n e il e Man m ra nt ra pe eria a g L su zz nco tima n dur into gnare v l ro e a a si la car 37), nò l'u di Je pena a de piò z p l 19 seg orte eva a a sen scop de rsa i m v o co to, la che a pagn i dop La s go china a com giorn a l i c L'11 ma och iare ssa lasc olo p le ste cò .S dia on ore nifi sig ccess rra M ue su un aG nd o Sec JE DI AN / ivi tat ten im. i ert lshe . inc Mö elle RA lcuni a ER a ne ava d na GU fatti zio du manc are u LLA rono E ro p E D a fu la p nia ilup FIN uerr ovo mpag a sv LA la g nu co i ie po ed a sar Do iziar sia, l eces in n e . r pe qu ziarie dotti un o om finan di pr C rse ma riso gam a v nuo L o sviluppo della Veyron iniziò nel 1999 con il prototipo EB 18/4. L'idea era stata inizialmente presentata al Motor Show di Tokio, in cui il primo vero modello mostrava un'accurata somiglianza al futuro modello in produzione. Il solo cambiamento significativo era nel motore. L'idea era quella di un motore v18, mentre il modello in produzione ha un motore w16. i arig aP o t TI. itare t AT mil tra UG on e o E B edal eva c cent p v OR t to TT un os ni e a o I E in la an mi rì ED RT ti mo va 66 a 7 c e MO gat Av o, cir LA Bu 47. t ore to 19 n tut rma. Ett gos . I ua fi i te 1a s il 2 lmon o la o an a p i port l col vei B U G A T T I 95 FINE Lifestyle

96 Bugatti Veyron Grand Sport 16.4 FINE

B U G A T T I 97 FINE Lifestyle

Il motore aveva quattro turbocompressori, che generavano 1001 cavalli di potenza o 736 Kw/h. La massima velocità dell'auto prometteva di superare i 407 Km/h e il prezzo di listino si stimava eccedesse il milione di euro. Lo sviluppo della Veyron continuò per tutto il 2001. Alla fine dell'anno fu annunciato che l'auto sarebbe entrata in produzione nel 2003. Comunque sia, c'erano ancora alcune difficoltà da superare, inclusa la progettazione di un cambio che potesse gestire le crude emissioni del motore. Anche la stabilità della macchina ad alta velocità causava dei problemi, con un prototipo schiantatosi durante un evento per la stampa Inoltre, essendo Bugatti parte del Gruppo Volkswagen, i principi di sicurezza Volkswagen si applicavano anche alla Veyron. Perciò, le caratteristiche di sicurezza e le emissioni dovevano essere dello stesso livello di quelle delle VW Golf e Passat. Nell'aprile 2005 queste sfide sono state affrontate e la Veyron è entrata in produzione alla fine dell'anno. Le attività di marketing iniziarono immediatamente. L'obiettivo era produrre cinquanta macchine l'anno. D al primo giorno risultò evidente che la Veyron Bugatti non sarebbe stata un modello generatore di profitti immediati per Volkswagen. L'enorme gruppo Volkswagen non doveva temere i costi di finanziamento del progetto Veyron, sebbene i costi, inclusa la produzione e lo sviluppo per singola unità, fossero valutati in un milione di euro - così la macchina diventava un relativo affare per l'acquirente. In pratica la casa costruttrice affrontava perdite di oltre sei milioni di euro per ogni unità. Perciò, la Veyron Bugatti è un brillante esempio di competenze tecniche, che promuove l'immagine del gruppo Volkswagen e non un prodotto rigorosamente razionale mirante al profitto economico - almeno per il momento. "Questo è un capolavoro tra le auto. Sono convinto che nessuno realizzerà mai più un'auto così. Prendendo in considerazione soltanto il punto di vista economico, nessuna compagnia può accettare il fatto di investire in qualcosa che si sa che alla fine si trasformerà in una cifra negativa di bilancio. Quest'auto è come un Tyrannosaurus Rex delle macchine. Sicuramente si estinguerà. Le norme attuali, comprese quelle anti inquinamento, stanno frenando la costruzione di queste auto", concluse George in tono grave. A questo punto Pierre-Henri Raphael diede un'occhiata al suo orologio e annunciò che i venti minuti erano scaduti. Era giunto il momento di passare alle cose serie. ll'apertura delle portiere fui accolto da un irresistibile profumo di pelle che si diffondeva dall'abitacolo generosamente attrezzato e completamente equipaggiato. Pierre-Henri, in passato pilota di Formula 1 e Le Mans 24h, si sedette vicino a me e mi disse: "Nel 2005, mi sono seduto in una Bugatti per la prima volta. Ho passato sette ore lì dentro. Ho mangiato e bevuto nella cabina, semplicemente non riuscivo ad andarmene." La cabina si rivelò significativamente più spaziosa di quello che le dimensioni esterne avrebbero portato a pensare e l'abitacolo era di gran lunga l'abitacolo di super macchine più esclusivo in cui io fossi mai entrato. Linee pulite dominavano il design e tutti i meccanismi di controllo riflettevano una cura meticolosa per i dettagli. La selezione e la rifinitura dei materiali è qualcosa che si può vedere soltanto in auto come le Bentley o le Rolls-Royce, non nelle super auto. Soltanto la pelle migliore - assenti anche le più piccole imperfezioni - era utilizzata per gli interni. L'esclusivo volante in lega leggera è stupendo: una composizione di raggi di alluminio, copertura di pelle e comodi interruttori oscillanti che offrono un facile accesso alle funzioni sportive automatiche dell'auto. Le rifiniture in alluminio satinato del pannello di controllo artigianale terminano in bellezza il look elegantemente sofisticato l design e le rifiniture dell'abitacolo avrebbero giustificato per molti, il viaggio a Mölsheim. Nel mio caso, non era quello il vero motivo che mi aveva spinto ad andare lì - il vero motivo era la cattiveria che vi risiedeva. Premetti il pulsante di avvio e la cattiveria si risvegliò con un profondo e fragoroso ruggito. 98 FINE A I

, nd ola ti, R una at U ug tta AB e B trodo auto OL tor t L' T in RA di E s fu trale. o 18 lio IST im p he EG cen ta do . l fig ...R N GP a de e di R tore ira . t U uid ces a mo , fu ri che IN i t 1 la g fran tto Prix mula ignan à tecn So nd t for rin ficolt T ra di ce i dif al G hina uri Ma usa d cc ma ta da ca ida nto a gu a lt i so gir T GA E TI P AR RP C TE R IPA E lla . TA aa VA ndut E RIL e ve TI n AT i ven G BU gatt a. iz Bu La no Su a p His com p ia agn ea aer itti dir ò i ova ist nu cqu li a ì u n a e r l a . rtio t r u I , p TT no A cos alia GA a BU Rom tti e in It a AL ore , ug to. no VIV it e B allia er au RE rend om p o g p up n as L'im del Cam uov o a an 'us d ca di un bri e fab zion u rod p ella io d 0. ersar igi la 1 B 1 niv Par n L'E EL imo a rata a D u E ec aug ION ntod u in e AZ UR del c atti, f G U g e INA asion re Bu 110. o occ i Ett to EB In d u cita er a nas sup va nuo B U G A T T I 99 FINE Lifestyle

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La paura per la super auto tornò. A pochi centimetri dalla mia mente irrequieta, coperta di primitivo terrore, stava una bestia ruggente che chiedeva di essere liberata. Provai a controllare l'istinto che mi portava a spingere sull'accelleratore, ricordando a me stesso che stavo sedendo su una macchina più veloce dell'automobile di Formula 1 di Kimi Räikkönen e che non affrontavo il circuito di Monza vuoto, ma un piccolo centro cittadino. Il mio dubbio sulla capacità di controllare il veicolo combatté con l'impulso immediato di piantare decisamente il piede sull'accelleratore. Fortunatamente Pierre-Henri vide il sudore sulla mia fronte a mi diede un'ironica assicurazione: "Non ti preoccupare, la Bugatti è un'auto che ti perdona molte cose. L'ultima cosa che desidera fare è punirti". Come se volesse provare la sua affermazione Pierre-Henri accese il sistema audio e l'abitacolo si riempì di rilassante musica classica proveniente dal sistema sonoro integrato progettato da stimati esperti al Burmester, a Berlino. La Veyron è la prima macchina a vantare elementi di sistema Burmester originariamente sviluppati per un uso domestico di fascia alta. A Sp ili ob circa B o to m B MO Au ricat TO A. b ti a E at AU TT fab erlin ai I ug ver b m TT RO 5, B o a 0. La on fu GA CA BU BAN o 199 , dop 11 ,n n ta EB 1993 R PE utun carot atti el g ll'a ban on Bu lic Ne rò a b t hia uaran l pub a dic o q tata t cen resen , p a. 112 tt do pro ILI A SP O È C AN ND TA NA I niziammo a farci strada nella cittadina di Mölsheim, guidando lentamente nel traffico. Non a caso le strutture di produzione Bugatti sono state costruite qui, dato che è qui che Ettore Bugatti ha fondato la compagnia nel 1909. Superammo il centro città con facilità, come se viaggiassimo nella migliore tra le auto di lusso. La sola piccola differenza era il ruggito primitivo del motore, che respirava pacificamente dietro la mia testa, mentre l'auto tratteneva la sua piena capacità. Durante il giro della città Pierre-Henri, fece del suo meglio per istruirmi, spiegandomi le raffinatezze tecniche della Bugatti. Sebbene l'esperienza Veyron rapiva tutti i miei sensi, ero riuscito a coglierne alcuni. Invece di iniziare con la descrizione dei sedici cilindri, del motore otto litri e i milleuno cavalli, Pierre-Henri iniziò spiegando l'azione frenante dell'auto: "Le super macchine sportive, solitamente sembrano piuttosto difficili da far arrestare, ma i freni in ceramica della Veyron riescono a farla frenare in un tempo minore rispetto al tempo in cui la macchina riesce ad accellerare. Mentre ci vogliono 2,5 secondi per passare da zero a cento Km/h, è necessario ancora meno tempo - solo 2,3 secondi - per fermarsi". Invece dei freni, la piccola strada tortuosa che conduceva all'autostrada mi sfidò a provare l'accelleratore e il motore w16 della macchina. "Il motore w16 della Veyron è stato progettato combinando due motori vr8 Volkswagen e aggiungendo quattro turbocompressori. La Veyron si distingue per la guida a quattro ruote motrici, un sistema idraulico che controlla le oscillazioni della carrozzeria, blocchi freno in ceramica rinforzati con fibre di carbonio, tubo di scappamento e sospensioni in titanio e pneumatici MAX Michelin, adattati alle massime velocità dell'auto. La carrozzeria è di un composto di fibra di carbonio leggera, la stessa delle auto da corsa, con la sola eccezione che le macchine da corsa non devono trasportare una massa di due tonnellate come invece fa la Bugatti. "La trasmissione è costituita da un cambio automatico a controllo elettronico con due frizioni , a sette fasi. Non c' è il pedale della frizione, le marce possono essere cambiate dallo I. TT GA BU igi fu I TT Par ue IRI i ID w d éd up tri, TA Sho co IS li sti, ,3 or QU AC l Mot ro po ore 6 N ot GE 98, a quatt nm WA KS no 19 18. La da u L VO utun B 1 zata a aE ell' rata l tteriz N a u car ug ina , era rte po ndri. cili 18 A TE O R KIO E P O RO AT T T IVE A ow Q U PORT r sh S E oto tipo LL NE lM o S U CCHI rot to a a A nta del p nno O M a DI ese ne E U . pr so ibita S T VRA RTE 8 fu zio tes es E O 21 ura ello s fu GIN COF la EB naug d N 18,4 l i o RA io su po l' tunn yron F d o u e stu ra, d nell'a , la V Lo ev 8/3 po o Gin B 1 od di n E e. Poc okio. iro Ch ofort w di T nc ho Fra tor S o al M B U G A T T I 101 FINE Lifestyle

sterzo, dalla barra di comando o semplicemente lasciando il lavoro al pilota automatico", ho sentito spiegare a Pierre-Henri appena prima di raggiungere l'autostrada. h si. L'autostrada si apriva di fronte a noi e PierreHenri mi diede il via per dare fondo all'accelleratore con un commento malizioso che se avessi continuato ad andare alla massima potenza, il serbatoio da cento litri della Veyron si sarebbe esaurito in dodici minuti, lasciandoci a sedere al bordo della strada. Dalla sua fase dietro le mie orecchie, il w16 iniziò un concerto totalmente diverso, come se il soprano dell'opera avesse dato il via alla tuonante esplosione celeste. Tutti i miei sensi si acutizzarono al limite mentre liberavo un gigante grido di pura euforia, lasciato eccheggiare sul paesaggio che ci scorreva accanto a 300 Km/h. La Veyron cambiò le marce delicatamente e il sistema idraulico procedette al controllo delle oscillazioni in velocità sollevando gli alettoni posteriori a doppio livello. La maccina risultava stabile, il feeling con la strada era buono e il sistema elettronico mantenne il comportamento dell'auto pressoché neutrale, almeno se si 102 FINE O considerava la velocità con cui il mondo si stava sciogliendo via attorno a noi. Nello stesso istante i ricordi delle mie precedenti esperienze di guida caddero nell'oblio. Nulla era paragonabile all'esperienza Veyron - come avrebbe potuto esserlo? Dopo tutto stavo pilotando la più veloce, potente e cara macchina prodotta in serie al mondo, una Bugatti originale che mostra con orgoglio il nome di Pierre Veyron, nella memoria di tutti per la sua vittoria alla 24h di Le Mans del 1939, alla guida di una macchina da corsa Tipo 57 Bugatti. I secondi erano appena diventati minuti quando la mano di Pierre-Henri toccò la mia spalla per ricordarmi che stavamo guidando su una strada pubblica, sebbene non ci fossero limiti di velocità. Ancora nel mio flusso di adrenalina, rallentai sotto i 200 Km/h e sintonizzai il sistema audio su La sonnambula di Vincenzo Bellini. Accompagnato da arie squisite Mr Hyde si insinuò di nuovo nelle profonde caverne del motore w16, permettendo così il ritorno del Dr jekyll. Dubito esista un'altra macchina con la doppia personalità della Veyron.

o ist E. RT a v n h FO o c O NC f o r t e 6 , 4 , o 1 RA urb I F a n co EB t D W i F r ro n tro o n t a t HO y r d ua Ve RS e q a s i p i a re TO S h ow e l l a ri d nd a q u i iniz a MO r li IL o t o a n e ci ci h i n e d i at M zio di a c c c i s i o n nunc Il u ra a s e m g n a au d e fu a e l ' i n o to r i , u n La e m o r i o n e . uzion ss un p re oduz prod m co a pr te la ia. en r l pe ivam Alsaz t in et eff eim, lsh Mö di re N. ttu O la tru YR ò VE l l e s inizi fu e NE 5 e d 00 ed ZIO n to l 2 va s DU e o ne RO t a m u , 5. A P ple im a n m ölshe on. L e 200 AL IZI i l co r r M y b IN a Ve ttem po one lla Do i de il 3 se z e du te on pro icazi lmen r a bb uffici fa rta ape I n pochi secondi quest'auto blu, sofisticata, ultra confortevole, profumata di morbida pelle, si trasforma nella macchina sportiva più veloce al mondo, che trasuda puro potere. La Veyron è a suo agio in qualsiasi circostanza, che sia il sedersi di fronte all'Opera di Vienna, o il lacerare la pista al circuito italiano di Monza. La Veyron Bugatti è un'esperienza surreale, spirituale. È il culmine del lavoro dei maestri del surrealismo, la semplice, eppure strabiliante intuizione dei dipinti di Magritte, la forza mistica dietro i colpi di pennello di Dalì e la grazia e l'aspetto etereo delle figure di Delvaux. D'altra parte la Veyron Bugatti è una combinazione unica di statistiche impressionanti: milleuno cavalli, prezzo di listino di 1 milione di euro esentasse, 407 Km/h e 0 - 100 Km/h in 2,5 secondi. Le statistiche sono però, la mera superficie. la Veyron è molto di più della somma delle sue parti. Essa rappresenta la fiducia infinita nelle sconfinate potenzialità e nel talento dell'umanità. È l'Apollo 11 di oggi. Sebbene la Veyron non mi abbia inviato sulla Luna, essa mi ha portato oltre nell'ignoto, in un viaggio all'interno di me stesso e della mia vera essenza, in cui ho trovato e scatenato qualcosa di sinistro: Mr Hyde. . ON i YR e VE ne d LLA buzio ie a DE tri ser NE dis una i ZIO e la d IBU ved arte TR 6 p DIS l 200 gatti LA de n Bu ità. IA ra NIZ ave Veyro 0 un I m i 30 pri elli La mod ata d it mi lim pri ne zio i ed ti gat Bu on anno r eyr T. la V Ne sa e di . OR o del 08 l nom SP ert 0 ND cop h 2 tto i s RA o eac N G tetto ble B nità s O eb ta u YR ne a a P an VE rsio qu iata ve La a lanc to cin tat cen ès tte do ort. pro Sp nd Gra B U G A T T I 103 FINE Lifestyle

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